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Meno pazza e più concreta. L'Inter può avere un futuro

Col Sassuolo basta Candreva. Pioli, media europea: 2 punti a gara. Riecco Gabigol, 3 minuti e un giallo

Meno pazza e più concreta. L'Inter può avere un futuro

Non convince ma vince. Non prende gol in campionato per la seconda gara consecutiva. Sfata il tabù Sassuolo. Si rilancia in classifica. Acquista un po' di fiducia e di morale. Non sarà una domenica di gloria e nemmeno una giornata di quelle che rimangono negli annali ma per un'Inter malaticcia e scostante può andare bene, eccome, così. Basta un gol di Candreva contro i resti di un Sassuolo falcidiato dagli infortuni per conquistare i tre punti e la terza vittoria in fila, se si considera (l'inutile) di Europa league. Tra le note positive anche il «ritorno» di Gabigol, in campo per pochissimi minuti nel finale. Un'apparizione lampo, ok, ma pur sempre importante. Note negative? Rimangono. Dall'incapacità di chiudere la partita, al rosso ingenuo di Felipe Melo, squalificato contro la Lazio mercoledì così come Joao Mario, diffidato e ammonito.

Per fortuna di Pioli, contro la sua ex squadra ci sarà Antonio Candreva. Anche a Reggio Emilia è lui il più pericoloso: un palo, diverse conclusioni pericolose ed il tap in vincente in avvio di ripresa. Poi il solito copione: Sassuolo che spinge e si avvicina al gol del pareggio (anche grazie alla scelta della disperazione di Di Francesco che nel finale gioca con quattro punte), Inter che soffre, Handanovic che salva il risultato. Ma alla fine, proprio come contro il Genoa, anche senza il gol della sicurezza, Icardi e compagni portano a casa una vittoria preziosissima.

Tre punti che significano settimo posto in classifica e qualche ambizione in più. «Champions? L'Inter è un top club, dobbiamo crederci a prescindere e lavoreremo per arrivarci», si sbilancia Candreva. Troppo forse, ma senza coppe e con il mercato di gennaio che si avvicina l'obiettivo nerazzurro deve per forza essere l'Europa. Più pacato e più razionale Stefano Pioli, non a caso soprannominato «il normalizzatore». Da quando si è insediato, il tecnico dell'Inter viaggia a due punti di media a partita. Mica male, nulla a che vedere con la gestione De Boer che si è fermato a 1,21. «Abbiamo vinto, ma anche sofferto. Ci siamo sacrificati, abbiamo lottato con lo spirito giusto e questo è un bel segnale. Ma dobbiamo crescere e concentrarsi sul prossimo impegno».

Con un occhio, inevitabilmente, già rivolto al mercato. E quindi il discorso torna a Gabigol. Da caso a risorsa? Il ds Ausilio è stato chiaro dicendo che il brasiliano troverà spazio da qui in avanti. Pioli finora lo ha praticamente ignorato, salvo riservargli parole di elogio. E ieri lo ha messo in campo nel recupero. Nessuno sgarbo ma, forse, una dimostrazione di fiducia. Lui è entrato carico, pure troppo forse, rimediando anche un cartellino giallo. Ma è chiaro che il caso rimane. Se un giocatore viene pagato 29 milioni di euro non può limitarsi al ruolo di comparsa.

Anche in un'Inter che, finalmente, ha ripreso a marciare.

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