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Mercedes, che prepotenza Ferrari, che botta... da podio

Tedeschi über alles. Strano sorpasso al pit sulle Williams con il loro motore Vettel e la Rossa terzi grazie alla strategia e alla pioggia. Kimi aria di divorzio

Mercedes, che prepotenza Ferrari, che botta... da podio

E adesso non facciamo l'errore di applaudire gli urletti di Seb Vettel terzo a Silverstone per pioggia ricevuta o la strategia Mercedes picchiando duro sulle ingenuità del box Williams. Ed evitiamo di esaltare la mossa del vincitore di Silverstone, indiscutibilmente il pilota più vero e forte che bazzichi il Circus, Sua Maestà Lewis Hamilton, al terzo centro Oltre Manica, il quinto dell'anno, il numero 38 in carriera a conferma che trattasi di tipo tosto. Non esaltiamolo per aver scelto di entrare ai box per mettere le gomme intermedie quando Giove Pluvio, a pochi giri dalla fine, aveva deciso di ravvivare la classifica ormai consolidata. Non è stata infatti la mossa di un grande campione decisionista ma la puntata su una roulette disperata di chi vedeva il compagno Rosberg recuperare secondi al giro. Solo che la F1 in cerca di eroi ha subito ingranato la marcia dell'esaltazione così come per Vettel applaudito per essersi fermato al momento giusto ma non criticato per la pessima partenza. Suvvia... La F1 in crisi di pubblico, anziché pensare a esaltazioni varie e nuovi format e mini Gp del sabato dovrebbe prima di tutto sgombrare il campo da ben altri nuvoloni che l'accompagnano.

Una F1 che ieri ci ha regalato la bella partenza delle Williams subito in testa con Massa e Bottas, la brutta partenza delle Mercedes e l'orribile partenza dei due ferraristi. Una F1 che alla fine ci ha scodellato il solito verdetto della solita doppietta Mercedes con il corollario dei soliti sospetti. Questioni di cui non si hanno prove ed evidenze se non quelle offerte ad ognuno di noi dal buon senso. Per cui lasciamo stare che le Williams siano motorizzate Mercedes e che socio del team sia il boss Mercedes Toto Wolff di cui è moglie il terzo pilota Williams cioè Susie per l'appunto Wolff. E lasciamo stare che ultimamente le due monoposto britanniche abbiamo ripreso a volare in qualifica e in gara. Basiamoci, invece, solo e solamente sulla logica appassionata di chi assiste alle corse. E allora balza subito agli occhi quanto sia stata scellerata la decisione presa al pit stop dal team inglese cliente Mercedes di cui è socio nonché marito del terzo pilota il capo della Mercedes Wolff. Massa è stato fatto pittare dopo Hamilton che inseguiva da terzo. Ma non ci hanno insegnato che in situazioni normali e ravvicinate è vantaggioso fermarsi prima? I piloti compagni non litigano su chi ha diritto a fermarsi prima quando si trovano vicini? E allora perché la Williams-Mercedes ha atteso che la Mercedes-Mercedes facesse la prima mossa? E quanto è stato lungo il pit di Massa? Suvvia...

Comunque contenti loro, contenta la Ferrari, contenti tutti nel Circus: andiamo avanti così. Di rilievo, ieri, anche l'urletto di Vettel felice come una Pasqua per il podio per pioggia ricevuta (sull'asciutto, al giro 26 e dopo una safety car, il distacco di Raikkonen e Seb da Hamilton in vetta era rispettivamente di 17 e 19 secondi). Seb dice «orribile la partenza mia e di Kimi (alla fine 8°), poi strategia ok e con la pioggia la decisione giusta». Decisione sbagliata invece per Kimi e boss Arrivabene non ha mancato di farlo notare, «il pilota giudica come lavora la macchina e lui ha fatto una chiamata anticipandola ed è finita così» la sua randellata. Già, Raikkonen. Con la Ferrari ha chiuso. Ma visto quanto è andato forte Massa e vista a parità di monoposto la lezione che il brasiliano ha rifilato a Bottas in odore di Ferrari, la Rossa farebbe bene a chiudere alla svelta anche con lui. Non il contratto ma la porta. E se la prestazione in pista del nordico non fosse sufficiente, basterebbe pensare a chi è il suo manager.

Sì, proprio lui: Toto Wolff.

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