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Mertens bomber vero, altro che "falso nueve"

Il belga era soltanto una riserva di lusso Ora segna come Higuain e Napoli sogna

Mertens bomber vero, altro che "falso nueve"

Napoli Scontati i titoli del giorno dopo. Il folletto belga è diventato MaraMertens tanto per citarne uno. Mezzo secolo dopo i mostri sacri del vecchio calcio italiano, un altro straniero napoletano riscrive la storia e i record. Lo aveva fatto Higuain a maggio, lo fa adesso Dries settebellezze, sette gol in sette giorni. Anzi da domenica diventato Quadries.

Storia di una rivalsa covata per mesi. L'approccio dialettico ovviamente fu improntato alla cautela. Mezze frasi ma nessuna critica frontale. Mezzi gesti, anzi, quelli scelti da Mertens. Prima di campionato, Napoli sotto di due gol a Pescara, il belga è in panchina. Entra e raddrizza la situazione. Dà un'occhiataccia alla panchina, da buon intenditor Sarri incarta e porta a casa. «Siamo tutti calciatori e io voglio giocare e vincere sempre».

E il suo apporto diventerà fondamentale. L'allenatore lo mette in competizione con Insigne sulla fascia sinistra, perché al centro c'è Milik, l'erede del Pipita, lui sì che deve stare sempre in campo. Poi il polacco si fa male, il Napoli affonda, si accende la luce nella testa del tecnico nato a Napoli ma vissuto sempre a Figline Valdarno: consegna le chiavi del proprio attacco al piccoletto della situazione, il più imprevedibile perchè nel frattempo pure Gabbiadini ha tradito.

Contro la Juve, spazio al belga, punto di riferimento del tridente «fantasia» che aveva fatto le prove generali con l'Empoli. Al centro dell'attacco con compiti diversi rispetto a quelli di una prima punta. Il motivo è semplice: Mertens è un «falso nueve». Quello vero si chiama Gonzalo Higuain che punisce il Napoli, perchè quel sabato sera e le interpretazioni del ruolo furono diverse, tutto qui. Mertens che fa? Si rimbocca le maniche, Sarri punta su di lui, l'attaccante non dà punti di riferimento e ama saltare l'uomo. Meglio dello statico e indolente Gabbiadini.

Dries, anzi Quadries, monetizza l'esperienza. Inizia a segnare, un gol, poi due, prestazioni apprezzabili. Sale lui e sale la squadra. Arriva la prima notte magica, i tre gol all'Inter. Lisbona è una naturale conseguenza. Ecco il vero Napoli, ecco la sorpresa Mertens. Poi la tripletta di Cagliari e il poker al Torino. Quadries Settebellezze travolge e stravolge, De Laurentiis raccoglie la provocazione calcistica. «Non c'è invidia per Higuain e la Juve ma solo la giusta considerazione per una squadra che ora tutti temono nonostante l'assenza di Milik. Abbiamo un attaccante che vi ostinate a chiamare falso centravanti che ha fatto gli stessi gol del Pipita».

Il Napoli punta su Mertens: già dieci reti all'attivo. Ha sublimato i luoghi comuni sul suo conto incide di più quando comincia dalla panchina dimostrando di essere un campione completo e nel pieno della sua maturità. Determinazione, buonumore, feeling immenso con la città, un tipo casa e campo. In pratica fa da autista e da Cicerone a Milik, è un leader silenzioso dello spogliatoio, un punto di forza della propria nazionale, uno che dispensa sorrisi e che fa visita ai bambini malati negli ospedali napoletani. Ma non solo: Mertens strizza da sempre l'occhio ai social. I suoi profili sono continuamente aggiornati ed è in contatto con un certo Maradona. Che gli ha regalato la sua maglia dello scudetto.

Guarda caso.

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