Sport

Mihajlovic, la partenza è un disastro

Diavolo in dieci per un'ora, tradito dai baby centrali e dal centrocampo La Fiorentina di Sousa fa sul serio

Mihajlovic, la partenza è un disastro

I difetti, come i pregi, nella vita e perciò anche nel calcio, non si possono cancellare in poche settimane. Così è per il Milan a proposito dei noti e clamorosi difetti traditi nella passata stagione dove la difesa fu una delle croci di Pippo Inzaghi. A Firenze, per il debutto di Mihajlovic, sono stati proprio i due perni centrali della giovanissima gendarmeria (Rodrigo Ely e Romagnoli) a mettere nei guai i rossoneri e a spianare la strada alla Fiorentina. 13 (record negativo) furono le espulsioni di un torneo fa: con la Fiorentina il primo rosso della stagione è arrivato dopo 36 minuti addirittura (eccessivo il secondo giallo estratto da Valeri). Dall'espulsione conseguente (Zapata al posto di Honda la correzione al volo) è sortito anche il gol, su punizione (splendida esecuzione di Marcos Alonso), del meritato vantaggio dei viola i quali hanno concesso, nel primo tempo, a Bonaventura un paio di golose pallette e nient'altro. Nella ripresa, dal dribbling stretto di Ilicic sul baby dorato di Milanello, Romagnoli insomma, è sbucato fuori il rigore calciato in modo chirurgico dall'ex Palermo per infiocchettare il 2 a 0 che è uno squillo di tromba e una candidatura autorevole alla prossima Europa. In un fuori onda, a metà ripresa, si è colta netta la protesta di Mihajlovic per un fallo subito da Bonaventura in area viola («quello è rigore netto»). Vero, a vedere l'incertezza di Valeri e le riprese tv. Ma sarebbe un errore aggrapparsi all'episodio per spiegare la falsa partenza del Milan e il deficit di centrocampo (Bertolacci ancora al di sotto della sua media, forse perchè a destra rende meno).

Dello strombazzato lavoro di Mihajlovic si è visto poco, molto poco, specie a centrocampo dove il trio ha fatto poco in fase difensiva e rare incursioni nell'aiutare Luiz Adriano e Bacca, rimasti isolati in un deserto. A complicare i piani di Sinisa le mosse di Paolo Sousa (schieramento col 3-4-3) e la posizione di Bernardeschi e Ilicic che han fatto vedere i sorci verdi alle sentinelle milaniste. D'altro canto se i berlusconiani reduci dal decimo posto, rimpolpati dall'arrivo di buoni calciatori, non ancora di fuoriclasse, l'esito della sfida non deve sorprendere. Così come non deve abbagliare oltre misura quella disinvolta partenza della Fiorentina che ha fatto la partita e subito sfiorato il gol col croato Kalinic: è reduce dal quarto posto e a dispetto delle assenze di Mario Suarez e Joaquin, non ha certo dimenticato il calcio geometrico e dinamico appreso alla scuola di Montella. In questo caso poi le perfomance in pre-campionato con Barcellona e Chelsea invece di alimentare eccessive aspettative hanno finito col moltiplicare sicurezze e conoscenze fino a realizzare la prova di ieri sera aiutata dal fatto di giocare in superiorità numerica per un'ora buona. Da segnalare la lucidità del tecnico: fuori tutti i tre ammoniti per evitare guai. Al Milan invece servirebbe un esorcista che non è certo Mario Balotelli. Piuttosto Ibrahimovic con il suo possente carico di gol e forza fisica. Eppure senza rifornimenti anche un gigante come lui sarebbe a mal partito. Ma attenti agli equivoci perchè la fragilità del centrocampo rossonero è talmente evidente da non lasciare molti dubbi.

Appena l'asticella si è alzata la squadra di Mihajlovic è passata sotto invece che riuscire a scavalcarla.

Commenti