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Mihajlovic sbaglia i Toni. Il Milan è fuori dai giochi

Non basta Bacca: rossoneri senza idee e raggiunti su rigore. Rosso a De Jong Il serbo furioso con l'arbitro: in coppa Italia con la Samp si gioca la panchina

Mihajlovic sbaglia i Toni. Il Milan è fuori dai giochi

Alla sagra degli errori (tanti) e degli orrori (molti), il Milan di questi tempi magrissimi non tradisce mai. E perciò continua a scivolare in classifica verso posizioni sempre più lontane dagli obiettivi più noti, la Champions irraggiungibile oppure l'Europa league. Da ieri sera, dopo un paio di avvilenti pareggi con Carpi e Verona, ultimo in classifica, il Milan di Sinisa ha gli stessi punti (25) di una stagione fa con Inzaghi, a meno 11 dalla capolista Inter che è un altro motivo di depressione per il popolo rossonero. Inevitabili i fischi di uno stadio quasi deserto, altro sintomo di una sfiducia evidente che adesso può portare anche a clamorosi colpi di scena. Giovedì ci sarà l'appuntamento in coppa Italia con la Samp: dovesse uscire anche dall'unico torneo considerato alla portata del gruppo, allora anche la panchina di Mihajlovic potrebbe tornare in discussione come certificano le critiche e le censure di questi ultimi giorni.

La reazione dei milanisti è stata altrettanto inquietante, è l'aspetto più preoccupante, persino più allarmante dei mediocri risultati collezionati. Mihajlovic, per la prima volta, ha attaccato a testa bassa l'arbitro Valeri, che pure di sfondoni ne ha commessi, per un paio di fuorigioco errati e di una spinta su Bonaventura (Marquez l'autore) da punire col rigore. «Io non parlo degli arbitri ma qui non voglio essere preso per i fondelli. Così avanti non si può andare, mai mi è capitato in carriera. Devono applicare il regolamento e stare svegli», la sua clamorosa intemerata dinanzi a tv e stampa. Più tardi Bertolacci ha puntato il dito contro i media, classificati come eccessivamente severi, parlando «di un'aria non positiva, se lui non è sereno, figurarsi la squadra». Forse è questa la dimostrazione plastica che alcuni esponenti di Milanello non hanno ancora capito dove sono arrivati. E il rilievo riguarda anche Sinisa che ha continuato a mostrare i muscoli sabato mattina («qui le scelte le faccio io» ma Galliani gli ha ricordato che «le regole della casa sono queste da 30 anni» per chiarire la questione) invece di dedicare le migliori energie alle scelte (far entrare De Jong dopo un bel tot di assenze, riportare Niang all'ala) alla fattura del gioco che è improvvisato, mai ricucito a dovere anche per la prova al di sotto dei suoi soliti picchi, di Montolivo.

È vero: specie nel primo tempo il Milan ha sprecato una (Niang), due (Bonaventura), tre (Luiz Adriano) occasioni per mettere sotto il Verona e riprendere la strada maestra. Un paio di fuorigioco chiamati dall'assistente De Pinto sono risultati sbagliati ma poi, in avvio di ripresa, Bacca è riuscito a schiodare lo zero. Non è servito a granché. Perché il Verona è riuscito a risalire la corrente con Toni su rigore (nettissimo fallo di De Jong su Greco). A quel punto, in dieci contro 11 per l'inevitabile espulsione dell'olandese, il Milan ha fornito la migliore espressione calcistica. Invece di fare ricorso a schemi collaudati, a triangoli provati e riprovati in allenamento, ha messo nella sfida cuore e gamba sfiorando il bersaglio un paio di volte, in particolare con Bertolacci. Proprio in quel finale, con Bonaventura (spinto in modo maldestro alle spalle da Marquez in area) si è procurato l'episodio che ha reso Mihajlovic un bufalo. Eppure, in coda a quest'altro pareggio deludente del Milan, è d'obbligo elogiare il Verona e il suo nuovo maestro Gigi Delneri che in pochi giorni ha già indottrinato i suoi trasmettendo una efficace idea di calcio geometrico, lavorando molto sul fuorigioco (Bacca è finito dentro la trappola tante volte) e sull'organizzazione difensiva.

Ha provato nel finale anche a vincere ma ha avuto un inconveniente: Gomez, appena entrato al posto di Greco, ha avuto una ricaduta del vecchio infortunio muscolare, e ha lasciato i suoi in dieci contro dieci nel finale tambureggiante, quando addirittura Alex è andato in attacco a cercare fortuna e a far compagnia a Bacca.

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