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Milan, un anno di Ringhio «Ma sembrano dieci E qui non è un parcheggio»

Gattuso: «Zlatan? L'abbiamo cercato. E Higuain non è Bonucci, vuole restare». E sui rotto-neri...

Franco Ordine

Un anno di Milan in chiaroscuro per Rino Gattuso. «Un anno ma sembrano dieci» ammette dinanzi alla curva più insidiosa della stagione. Mancano un bel po' di sfide alla fine dell'anno (oltre all'inizio del mercato, 3 gennaio) e si ritrova con mezza squadra (Higuain squalificato compreso) fuori uso, sottoposto perciò a una sorta di processo pubblico per il numero eccessivo degli acciacchi muscolari (quasi tutti al polpaccio) che tengono fuori quattro pilastri dell'impalcatura rossonera. Perciò, prima di trasferirsi a Roma e di spedire un messaggio ai suoi («le assenze non devono essere una scusa»), prende di petto la questione per snocciolare la difesa d'ufficio del suo staff. «Romagnoli si è fatto male a Coverciano, Biglia si è fatto male sul campo 3 da fermo, non scattando, Caldara si è fatto male sul campo 5 che somiglia a San Siro, unico che si fa male scattando. Siamo una squadra che non lavora in palestra, forse abbiamo sbagliato qualcosa ma se andiamo a vedere negli altri anni è successo di peggio» riferimento al gennaio orribile di Filippo Inzaghi allenatore con 12 infortunati. Sull'argomento ha una speranzella («Romagnoli e Musacchio possono recuperare tra 2/3 settimane») che tradisce tutta la sua ansia e una confessione pubblica da rendere su Calhanoglu («lo abbiamo convinto a giocare anche se al 50%») tornato dalla Turchia con qualche ammaccatura alla caviglia.

Anche in materia di calcio-mercato, Gattuso non è avaro di notizie o di precisazioni. Per esempio sul conto della trattativa Ibrahimovic non ancora conclusa («non scrivete che si è offerto lui, non è vero, è vero invece che lo hanno cercato e ci sta pensando»), oppure sul conto di Higuain al quale hanno attribuito, nei giorni scorsi, propositi di ripartenza immediata. «Al contrario di Bonucci che mi parlò di questioni familiari, Gonzalo non mi ha mai detto di voler andar via. Milanello non è una zona di parcheggio. Lui deve solo essere meno nervoso. Contro la Juve se la sentiva di tirare il rigore e non per prendersi la rivincita. Anche Maradona li ha sbagliati» gli altri dettagli. Piuttosto la morale sottintesa è un'altra, secondo Gattuso: «Non avevo bisogno delle parole di Ibra per capire che il Milan esercita ancora il suo fascino sui calciatori». Nell'attesa che il mercato e qualche prodigioso recupero rimetta in piedi i rotto-neri, c'è da fare i conti con la Lazio di Inzaghi, un cliente da sempre scomodo, capace di aspettare l'occasione buona per lanciare l'assalto decisivo con Immobile.

Di qui la necessità di puntare su un diverso sistema di gioco (3-4-2-1) che consenta a una difesa letteralmente inventata (Abate-Zapata-Rodriguez, due considerati riserve più un adattato) di limitare i danni.

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