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Il Milan e Allegri si giocano tutto in soli quattro giorni

Oggi il Catania, martedì il Barcellona. Il tecnico: "Con Berlusconi un confronto, non me le ha cantate". Galliani: "Noi critichiamo gli allenatori, ma li teniamo. Altri..."

Il Milan e Allegri si giocano  tutto in soli quattro giorni

Milanello - L’intreccio è inevitabile. Questa volta non si può separare la Champions dal campionato e perciò il Catania, trappola sistemata lungo la strada del duello tricolore con la Juve, dal viaggio a Barcellona, previsto per martedì prossimo. È tutto compresso in appena quattro giorni, quattro giorni che possono decidere il destino di una intera stagione. «Dal risultato di Catania dipenderà quello di Barcellona» è la convinzione di Allegri che non si cura di respingere i quesiti sulla sfida di mercoledì notte né la scia delle polemiche berlusconiane. Non ha dettagli da svelare ma solo un messaggio da recapitare a chi pensa di poter scavare un fossato tra lui e il presidente tornato in sella a pieno titolo con la poltrona della presidenza onoraria.

«Con Berlusconi ho parlato anche giovedì, come al solito ci confrontiamo, io ho il dovere di dargli spiegazioni e lui mi riferisce i suoi pensieri, non me le ha cantate, è rimasto contento della prestazione» la sintesi di Allegri che nello specifico ha anche una sua classifica da suggerire. «Nel campionato italiano siamo la squadra con la maggior percentuale di possesso palla, in Europa ci sta davanti il Barcellona ed è vero che abbiamo avuto momenti di grande sofferenza» la risposta concreta destinata a chi immagina che a Milanello volino gli stracci. «La differenza tra noi e gli altri è la seguente: noi critichiamo gli allenatori ma li teniamo, gli altri stanno zitti ma poi li cacciano» la battuta didascalica di Adriano Galliani ormai esperto nel ruolo di mediatore tra Milanello e Arcore.

Non c’è nemmeno il tempo per apparecchiare un dibattito sull’argomento visto che è in arrivo il trasferimento a Catania con vista sulla Juve e sul duello tricolor e poiché a Torino, ecco ciò che risulta personalmente ad Allegri, «puntano a vincere subito lo scudetto ritenendo più complicato farlo quando ci sarà da competere anche in Champions». Insomma: nessuno crede a una rivale attratta dalla finale di coppa Italia, è una falsa informazione. Far bene a Catania, dunque significa prendere lo slancio giusto per Barcellona. Tutto molto semplice e lineare sulla carta, più complicato sul campo vista l’autorevolezza con cui la squadra di Montella sta calcando la scena del campionato (ha appena rimontato 2 gol al Napoli) mentre il gruppo rossonero sbarcato ieri sera in Sicilia ha da recuperare una dose massiccia di energie.

È vero che Allegri ha lasciato a riposo due grandi vecchi, Nesta e Seedorf, per averli pronti al Camp Nou, più Van Bommel afflitto dal mal di schiena ma ha recuperato Abate, subito in campo, e Merkel, posto in tribuna, e deciso un modesto turn-over reso indispensabile dagli eventi e dall’intreccio appunto. Per esempio Boateng e Robinho, appena rivisti all’opera (con risultati discreti) in Champions possono partire dalla panchina mentre è arrivato finalmente (per la squalifica di Muntari) il momento del rientro, a pieno titolo, di Aquilani. Notizie confortanti anche dal fronte americano.

«Pato rientrerà domani (oggi per chi legge, ndr) dagli Usa, le sue condizioni sono buone se non ottime e valuteremo sulla disponibilità per Barcellona»: declinata così all’improvviso potrebbe risultare questa la vera notizia del mese di aprile per il Milan che sta recuperando quasi tutti, compresi Yepes (in ballottaggio con Bonera per un posto in difesa), poi Gattuso in panchina, quindi Cassano che deve ottenere l’idoneità prima della Fiorentina addirittura, prima di Pasqua cioè.

«Mancano ormai 9 partite alla fine del campionato e dobbiamo dare tutto» è il suo appello lanciato alla squadra.

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