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Tra Milan e Inter questione di centimetri e di troppi errori

Il pari serve solo all'Inter, ma Icardi si mangia la vittoria. E Gattuso saluta il sogno Champions

Tra Milan e Inter questione di centimetri e di troppi errori

Milano - Il derby di Milano è una questione di centimetri. Quelli che la Var intercetta di differenza tra la scarpa di Icardi e quella di Bonucci e che mettono in fuorigioco il capitano nerazzurro. Il gol annullato è il momento chiave di una stracittadina che alla fine l'Inter vince solo ai punti perché Icardi si divora due gol clamorosi davanti alla porta spalancata. Come se l'argentino, dopo l'esultanza che la tecnologia gli fa rimangiare, si immalinconisca, sbagliando l'impossibile per un bomber del suo calibro. Sono invece abbondanti i centimetri, almeno mezzo metro, che vanificano la prodezza acrobatica di Cutrone nella ripresa.

Sono le emozioni che racchiudono un Milan-Inter che finisce senza reti, ma esprime una sentenza a meno di clamorosi ribaltoni: Gattuso dopo la sconfitta con la Juventus e il pareggio nel derby recuperato a un insolito orario infrasettimanale, ma comunque con una cornice di pubblico questa sì da Champions, dice addio alla rimonta per il quarto posto. Spalletti, invece, non dà uno strappo deciso verso il suo obiettivo stagionale e spera alla lunga di non dover recriminare per i gol sbagliati da Icardi e anche per i fuorigioco, perché oltre a quello millimetrico segnalato dal Var, l'allenatore interista segnala uno sbandieramento con lo stesso Maurito lanciato a rete in posizione regolare. All'Inter resta un punto che non le permette di scavalcare la Roma al terzo posto e soprattutto consente alla Lazio di restarle in scia a due punti. E con lo scontro diretto contro i biancocelesti all'Olimpico all'ultima giornata.

In una partita vibrante, ma tecnicamente non all'altezza anche per il terreno reso insidioso dalla pioggia incessante, fa troppo poco il Milan che crea un'occasione per tempo: sulla spizzata di Bonucci Handanovic si supera, mentre nella ripresa lo stesso portiere mura Cutrone. Come a Torino, a Gattuso viene a mancare la qualità di Bonaventura e Suso (appena meglio nella ripresa), con il solo Calhanoglu ad accendere la luce. E a Ringhio non riesce ancora una volta il gioco delle tre punte perché stavolta sceglie Cutrone, spesso preso in mezzo dalla difesa nerazzurra; poi si affida a Kalinic e ne ricava troppo poco, lasciando stavolta Andrè Silva a guardare (anche perché scosso dalla morte del nonno nel pomeriggio). Ecco il limite sul quale sbatte il Milan: la conferma che quando si alza l'asticella, dall'Arsenal alla Juve fino al derby, i nodi vengono al pettine.

Molto meglio l'Inter che mette spesso alle corde i cugini e dimostra dopo la lunga crisi di aver ritrovato meccanismi e una quadratura al centrocampo preso in mano decisamente da Brozovic, mentre i movimenti di Candreva e Perisic ad accentrarsi danno alla manovra più respiro e sbocchi. E qui può esserci solo il rammarico rossonero di non aver giocato un mese fa esatto, quando il Milan correva sulle ali dell'entusiasmo e l'Inter annaspava nella sua involuzione. Invece trenta giorni dopo e una sosta per le nazionali che alla fine hanno tolto sprint ai rossoneri, che sembrano accusare il colpo anche fisicamente (e forse per questo Rino non ha rischiato le due punte nel finale), e rilanciato i nerazzurri, il derby sorride a Spalletti e molto meno a Gattuso, che in quattro giorni vede vanificato l'effetto della sua rincorsa lunga tre mesi. Uno zero a zero per due squadre che per ora progettano il loro futuro dalla Cina solo a parametro zero: aspettando di conoscere in quale Europa giocheranno. Le otto giornate di Milano sono troppo poche per il Milan che deve recuperare otto punti per il sogno Champions; per l'Inter sono invece tutte da vivere per centrare l'obiettivo stagionale e provare a dare un'altra faccia al domani.

Sperando di non dover rimpiangere gli erroracci di Icardi nel derby.

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