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Milan e Seedorf in castigo Banana e Honda le grane

Milan e Seedorf in castigo Banana e Honda le grane

Qui, inteso come Bergamo, città e stadio spesso fatale al Milan più recente, è finita ieri, domenica 11 maggio dell'anno di disgrazia calcistica rossonera 2014, l'avventura di quello che tutti consideravano il novello signor Bonaventura del calcio italiano. Clarence Seedorf per capirci in fretta. Giudicato tale dalla stragrande maggioranza dei suoi colleghi futuri - già, non ha ancora il patentino di allenatore di 1a categoria - per via del ricco contratto strappato al Milan, della fiducia illimitata riscossa ad Arcore dal presidente Silvio Berlusconi e di certi commenti scandalizzati provenienti dal Brasile. Pensate un po', da quelle parti, dove pure hanno qualche problema con l'economia e l'organizzazione discutibile del mondiale, hanno sostenuto di essere «indignati» per le critiche piovute sulla sagoma venerabile di Clarence Seedorf, vittima dell'opposizione razzista dei calciatori italiani residenti a Milanello. Sembra di essere su scherzi a parte. Il Milan (niente maglia nuova per errori burocratici), schizzato avanti con autogol di Bellini (su triangolo perfetto disegnato da El Shaarawy-Montolivo e Muntari), si è fatto raggiungere a metà della ripresa dal rigore di Denis (sciagurato oltre che gratuito intervento di Constant su Carmona) e poi superare sulla sirena da una prodezza balistica di Brienza, entrato da qualche minuto a miracolo mostrare. Tutto giusto, tutto meritato come il successo con cui l'Atalanta ha chiuso la stagione domestica festeggiando la prossima quarta partecipazione consecutiva in serie A che forse ha un valore pari al pass per la Champions. Un solo episodio disgustoso ha rovinato il pomeriggio ideale dei bergamaschi (servizio d'ordine inappuntabile, neanche l'ombra di incidenti nei dintorni e dentro lo stadio): il lancio di banane contro Constant, che se l'è presa mentre De Jong le ha raccolte e respinte al mittente. Esemplare la chiosa di Colantuono: «A chi ha lanciato la banana andrebbe tirata in testa una noce di cocco!». Perfetto!
Il Milan di Seedorf ha rovinato un finale di stagione che sembrava scritto per un altro prodigioso recupero, quello dell'ultimo posto in Europa league, dopo il terzo posto del torneo precedente. L'olandese, apparso alla fine depresso e sconfitto dentro per la prima volta, ci ha messo del suo. Innanzitutto con la scelta iniziale di Honda, trequartista al posto di Taarabt: il giapponese non è mai entrato in partita e anzi ha provocato più di un disguido al suo centrocampo mentre la difesa, immobile con la minuscola, ha lasciato una striscia di palloni in area a Denis e soci. Una sola scossa per i rossoneri, indovinate da chi? Da Balotelli che ha scorticato la traversa su punizione. In tribuna hanno “rubato“ un labiale di Galliani al peperoncino. «Perchè gioca Honda?» gli ha chiesto il nipotino seduto al suo fianco. «Perchè è matto» sarebbe stata la risposta colta dalle telecamere. Il dirigente ha minimizzato: «Cazzeggio sulla formazione». Interpellato sull'argomento, Seedorf è rimasto sul vago: «Taarabt si era molto speso nel derby, non credo sia mio interesse commentare quel che avrebbe detto il signor Galliani».
Di sicuro inspiegabile è apparsa la scelta, corretta a inizio di ripresa con un'altra trovata e il ritorno al 4-2-3-1 che di fatto ha scombinato ruoli, abitudini recenti e caratteristiche, in particolare di Kakà (che ha confermato in tv da Fazio l'intenzione di rimanere un altro anno al Milan). Il destino gli ha dato una mano con quel vantaggio su autorete prima di voltargli le spalle. Anzi, per la precisione è stato Constant (quale reato ha commesso Abate per restare ancora fuori?) a far deragliare tutto il Milan provocando il rigore dell'1 a 1. Nel tentativo di riacciuffare il successo (dentro Taarabt e Pazzini), Seedorf si è fatto arrosolare dal classico contropiede finale dell'Atalanta. É bastata una fuga di De Luca - con palletta dietro per Brienza che da distanza ragguardevole, 25 metri, ha tolto la ragnatela dalla porta di Amelia - per ricacciare in castigo il Milan. A questo punto, pur senza il verdetto matematico, l'Europa league è diventata una chimera. E il divorzio tra Milan e Seedorf una certezza.

Che non farà indignare forse nemmeno gli inconsapevoli brasiliani.

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