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Milan-Inter per ripartire Una sfida antipasto aspettando la ciliegina

Due obiettivi comuni: tornare in alto e allargare il business asiatico Mancini aspetta Jovetic, Miha sogna Ibra. E tutti e due cercano risposte

Milan-Inter per ripartire Una sfida antipasto aspettando la ciliegina

«Rifaremo grande Milano». A dispetto di qualche tweet denigratorio, Mancini e Mihajlovic, i due grandi amici finiti sulle opposte trincee calcistiche di Milano, sono già d'accordo. E il loro pronostico, a poche ore dal primo derby della stagione giocata in Cina, più che una promessa elettorale appare quasi come una minaccia per la concorrenza italiana che per un po' di mesi ha vissuto sulle sventure rosso-nero-azzurre. A poco meno di un mese dal via in campionato, qui la sfida è diventata già bollente e la missione di Inter e Milan in Cina l'elemento che può dare vita a una doppia contesa. Che non si gioca solo sul campo, dove le due formazioni - non ancora al gran completo - sono pure alla ricerca di qualche «dritta» e di qualche promettente miglioramento (in difesa per entrambi, ad esempio). L'Inter ha già un blocco granitico, deve solo completare la rosa come ha segnalato in modo didascalico Mancini («ci mancano due attaccanti») mentre il Milan è ancora a metà del guado nell'attesa di Romagnoli («se lascia la Roma viene da noi», la sicurezza del tecnico rossonero) e dello stesso Ibra («non so se ha i soldi per prendere l'aereo» la battuta di Sinisa, suo vecchio precettore ai tempi di Appiano Gentile). Anche se lo svedese proprio ieri ha confessato aperte simpatie per il calcio a stelle e strisce.

Quello della Cina è un territorio sterminato dove Inter e Milan hanno deciso in tempi non sospetti di seminare con questo torneo (c'è anche il Real Madrid) e di puntare su un mercato che non vuol dire certo solo magliette e possibilità di contratti con sponsor ma significa incrementare l'esercito dei rispettivi tifosi, cedendo poi la lista alle grandi aziende, operazione perfettamente riuscita al Manchester United in tempi recenti. Thohir ha convocato gli stati generali dei nerazzurri (distraendo anche Ausilio delle trattative di mercato: deve vendere almeno 11 esuberi) per far capire che quello è il futuro del business calcistico. Il Milan ha deciso di presentare a 12mila km di distanza Bacca, mentre Berlusconi ha pranzato ieri a casa Milan con la figlia Barbara per discutere del progetto stadio e per fornire le ultimissime sull'arrivo di mister Bee Taechaubol da Bangkok (non prima di mercoledì prossimo) in vista della firma solenne della cessione del 48% delle azioni rossonere al costo nient'affatto simbolico di 480 milioni.

Diamo un'occhiata allora a questo derby con gli occhi a mandorla nella consapevolezza che non può regalarci certezze ma solo offrirci sotto l'ombrellone qualche indicazione preziosa. Per esempio può dirci se Kondogbia può guidare il gioco interista, se Cerci ha un futuro a Milanello o deve ripartire per la Torino granata, se l'organizzazione tattica dispensata da Mihajlovic è in grado di rendere meno vulnerabile la difesa rossonera che è stata negli ultimi anni la croce del club senza essere, come cifra tecnica, molto più scarsa di altre tipo Empoli, Sassuolo, Udinese, Atalanta.

Diamo un'occhiata nella speranza che il pronostico dei due condottieri diventi realtà tra qualche mese.

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