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Milan a rapporto da Montella È già l'ora del chi sbaglia paga

Il tecnico alla squadra: basta responsabilità collettive E con la Sampdoria sono pronte esclusioni eccellenti

Milan a rapporto da Montella È già l'ora del chi sbaglia paga

Sono giorni difficili e complicati per il Milan di oggi e quello che verrà. Entrambi portano i segni evidenti di qualche nuova disavventura (la sconfitta con l'Udinese) calcistica e della tempesta mediatica procurata dal tweet di Demetrio Albertini. Per riparare i guasti intravisti nel motore della squadra, ieri Vincenzo Montella ha sentito il bisogno di riunire la truppa a Milanello e di tirare fuori gli artigli. L'ha fatto col suo stile, presentandosi col sorriso d'ordinanza che può diventare una sorta di smorfia, ma l'ha fatto. E dinanzi a una platea che continua a predicare benissimo ma a razzolare malissimo, è passato alla fase due della sua missione. D'accordo recepire le idee di gioco, va bene puntare sulla fase offensiva, va bene cercare di essere padrone del campo ma occorrono anche altre qualità che non sono mai state estranee al dna milanista. E cioè, in alcune occasioni, servono cuore, temperamento, una voglia matta di raggiungere il risultato nei momenti d'inerzia della sfida, di stanca per il caldo e mille altri motivi.

Montella è stato asciutto ma deciso: da venerdì prossimo, appuntamento a Genova contro la Samp che ha già stregato un po' di osservatori, c'è il rischio fondato di assistere a qualche esclusione clamorosa. I ripetuti errori sul fianco destro difensivo (leggere Abate, ndr per tacere anche di Romagnoli) e qualche involuzione scoperta nei compassati Montolivo e Bonaventura lasciano pensare, grazie al recupero di Niang, a qualche rimpasto dello schieramento. Il predicozzo del tecnico, per capirci al volo, ha avuto questo epilogo: da oggi in avanti chi sbaglia paga e non ci saranno più responsabilità collettive, una sorta di paravento fin qui utilizzato dal gruppo. De Sciglio, Calabria, il nuovo arrivato Sosa, magari anche Lapadula e Luiz Adriano devono farsi trovare pronti.

Marco Fassone, futuro ad, ha adottato la tecnica delle canne al vento: piegarsi per far passare la tempesta. Ha incassato con eleganza più di una critica e ha pensato bene di aspettare qualche giorno prima di riaprire il dossier bandiera da sventolare. Anche perché Paolo Maldini, nel frattempo invitato telefonicamente per un colloquio, rientrerà a Milano da New York tra qualche giorno. Nel frattempo, dopo Mirabelli, il ds, subito al lavoro per capire quali sono gli interventi tecnici da fare sul mercato di gennaio, non ci sarà una migrazione biblica dai quadri dirigenziali interisti.

Così come è stato escluso che possa essere anticipato il closing dell'affare confermato invece nel periodo che va tra il 5 novembre e il 5 dicembre, alla scadenza naturale quindi. I permessi statali in Cina, per il trasferimento di cifre così importanti (420 milioni) sono lenti e macchinosi. Così come difficile è il dialogo tra i professionisti italiani che lavorano per conto del Milan e del consorzio cinese, e gli esponenti della cordata stessa la cui unica preoccupazione è il riflesso dell'affare sul mercato interno.

Perciò hanno poco capito del polverone Albertini e faticano a comprendere l'esigenza di disvelare l'identità degli investitori ad acquisto concluso.

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