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Milan, ritiro a oltranza e niente cena di Natale. Così difende la dignità

Linea dura dopo il vertice tra Fassone, Mirabelli e Gattuso: nel mirino ora finiscono i giocatori

Milan, ritiro a oltranza  e niente cena di Natale. Così difende la dignità

«Che tu vinca o che tu perda, porta sempre a casa una cosa: la dignità». Citazione obbligatoria perchè la firma è molto autorevole: Franz Beckenbauer. Sulla dignità, citata in un titolo a tutta pagina della Gazzetta, si è acceso il primo animato dibattito del lunedì nerissimo del Milan con una risposta piccata contenuta nella rassegna stampa del sito rossonero. «La squadra ha chiesto scusa, il concetto di dignità ha un retrogusto amaro che sa di accanimento» è la difesa suggerita dalla dirigenza (Fassone forse parlerà oggi alla presentazione di un libro) dinanzi allo tsunami di critiche perfide e appuntite che hanno preso di mira i due esponenti del Milan cinese, l'ad e Mirabelli, oltre che la proprietà assente.

«Forse il Milan è troppo per loro, mio figlio tifoso milanista rimpiange Adriano e Silvio» la stoccata su twitter di Flavio Briatore che di primo mattino ha aperto il fuoco sulla debacle rossonera e sulla caduta definitiva di ogni illusione estiva. Chiusi nel bunker di via Aldo Rossi, i due responsabili del club hanno pensato anche a una replica simbolica che mettesse nel mirino i giocatori, considerati i responsabili del fallimento collettivo. Un dettaglio operativo accaduto a Verona ne è una plastica testimonianza. L'ha citato Rino Gattuso, a proposito del primo gol subito da Caracciolo, di testa, su angolo. «Le disposizioni prevedevano che fosse Rodriguez a marcare Caracciolo e invece hanno mandato Calabria che è 20 centimetri più basso» il racconto del tecnico che forse, per questo motivo, ha lasciato negli spogliatoi, durante l'intervallo, lo svizzero che è già, agli occhi dei tifosi, il responsabile della sconfitta nel derby al 94esimo (trattenuta su D'Ambrosio punita col rigore).

Così, dopo il primo provvedimento punitivo (annullata la cena fissata all'hotel Gallia per la sera di ieri, con scambio di regali per festeggiare il Natale), è seguito un vertice a tre con il tecnico Gattuso. E dopo aver ripassato il comportamento di Verona e quello più generale (tre le panchine cambiate di recente: due, Udinese con Oddo e Sassuolo con Iachini, hanno cominciato a dare frutti, il Milan no), è stato deciso di stravolgere la scaletta della settimana natalizia. Da oggi, nel pomeriggio, tutti in ritiro e «fino a data da destinarsi» il comunicato ufficiale pubblicato sul profilo twietter. Che significa almeno fino a sabato sera, a poche ore dalla sfida di San Siro con l'Atalanta. Con possibilità di ritornare in collegio anche per Natale visto che mercoledì 27 dicembre, alle ore 19, è fissato il derby di coppa Italia che può aprire un'altra dolorosa ferita. Di recente è già successo all'epoca di Mihajlovic, nell'aprile del 2016 a pochi giorni dalla sfida con la Juventus, persa la quale Silvio Berlusconi decise di procedere all'esonero del serbo richiamando in panchina, per le ultime sei di campionato più la finalissima di coppa Italia, Christian Brocchi. Il provvedimento non aiutò certo il gruppo a risollevare le sorti della stagione che si conclusero a Roma trascinando la Juve ai supplementari ma sconfitti per la stoccata di Morata.

Il ritiro forse può servire a Gattuso per curare più la testa dei suoi che i muscoli, senza dimenticare l'organizzazione tattica. Un dato su tutti può illuminare in questo senso: nelle sfide con le tre neo-promosse dalla B, il Milan ha vinto una sola volta (la prima a Crotone, largo 3 a 0), pareggiando col Benevento e perdendo secco col Verona. Come si spiega questo disastroso bilancio? Non certo con la cifra tecnica.

L'importante è proteggere Gattuso che ha bisogno di lavorare sodo nei prossimi giorni per tentare un disperato ritorno alla normalità.

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