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Milan sempre più Bacca. Niang chiude su rigore ma è festival dello spreco

La squadra di Montella cresce e liquida la Lazio. E in due partite cambia la stagione

Milan sempre più Bacca. Niang chiude su rigore ma è festival dello spreco

Milano - I quattro giorni del Milan. In quattro giorni ha capovolto il suo destino e inanellato due successi consecutivi, uno più prezioso dell'altro collezionando la bellezza di sei punti tra Samp e Lazio che non sono proprio dei rivali di secondo piano. Sono entrambi griffati Carlos Bacca ma sarebbe ingeneroso e sbagliato puntare tutto sul talento balistico del colombiano e ignorare il resto che è anche tanta roba. A cominciare, per esempio, dal contributo dei giovanissimi di Milanello, Calabria e Locatelli, per passare alla guida sapiente di Montolivo e alla tenuta stagna di una difesa che ha trovato in Paletta, udite udite, il suo leader. Niang, dopo tanto correre e qualche sfondone di troppo, su rigore doc, ha siglato il 2 a 0 e messo in castigo la Lazio che ha rivisto a San Siro, contro il Milan, le streghe (nelll'89 l'ultimo successo). Anche Montella ha avuto la sua parte di merito perché anche nelle curve della sfida non ha mai rinunciato al suo tridente d'attacco e quando la sera s'è fatta complicata ha fatto entrare un altro semi-deb, Locatelli e corretto il sistema di gioco per custodire quel prezioso successo. La Lazio è partita pancia a terra ma presto si è ritrovata nuda alla meta e dal faticoso tentativo di rimonta ha ricavato solo un esterno rete, a tempo quasi scaduto. Poca roba insomma.

Marchetti è costretto a farsi da parte (al suo posto spunta in porta l'albanese Strakosha), in panchina sono pronte alla bisogna le due frecce Keita e Felipe Anderson eppure la Lazio ha una voglia matta di comandare il gioco e di mettere al muro il Milan che non sembra subito in sintonia con l'evento. La scelta coraggiosa di Simone Inzaghi trova sbocchi, specie sulla catena di sinistra, ma senza lasciare segni. Il Milan invece, partito con Bonaventura al posto di Sosa (mal di schiena), ha tradito qualche preoccupante difficoltà tattica nella sfida a centrocampo che Montella ha corretto appena Calabria e Kucka hanno scaldato il diesel dei rispettivi motori. Al primo errore apparentemente innocuo (palla persa a tre-quarti da Parolo), la Lazio si è fatta trovare scoperta dal lancio immediato di Kucka per Bacca che ha messo in mostra il suo repertorio classico: corsa di 40-50 metri palla al piede, prende la mira e infila l'angolo lontano senza lasciare scampo. Sullo slancio dei milanisti e per via dello smarrimento denunciato dai laziali Bonaventura ha avuto l'occasione (a porta spalancata) di chiudere la prima frazione sul 2 a 0. Si è immolato Basta murando la sua stoccata.

Inevitabili le correzioni dopo l'intervallo da parte di Inzaghi: dentro, insieme, Keita e Felipe Anderson, sotto la doccia Djordjevic e Baston, due palle di piombo al piede della Lazio. E questa volta il Milan ha dovuto serrare le file, chiedere al sorprendente Calabria puntuali chiusure, rinchiudersi dentro il bunker di Donnarumma e trovare la migliore organizzazione ispirata dallo strepitoso Montolivo per reggere l'onda d'urto e far scattare, come una lama, il contropiede che Niang ha sperperato (assist di Calabria a porta vuota e palla sbucciata come all'oratorio).

Anche Montella ha preso provvedimenti (Locatelli invece dello spento e spolpato Suso e 4-4-2 classico) per ispessire la trincea mediana e lasciare lì davanti due attaccanti che hanno raccolto il frutto caduto dall'albero del raddoppio. La mano galeotta di Radu ha procurato il rigore che Niang (gentile omaggio di Bacca) ha trasformato come da manuale. é stato allora che la Lazio ha mostrato limiti imprevisti e una immaturità preoccupante.

Immobile è uscito di scena, Keita ha preso di mira la curva, Felipe Anderson non si è mai liberato di De Sciglio.

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