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Milan, servono difensori se vuole tornare grande

Il secondo duello con l'armata Juventus, uno di campionato e l'altro di coppa Italia, racchiusi in pochi mesi, ha dimostrato che il nuovo, giovanissimo Milan non è così distante dal rivale più competitivo e accreditato del calcio italiano. Un successo, 1 a 0, e una sconfitta di misura maturata nei tempi supplementari dopo l'arrivo di Pirlo e Vucinic, sono due indizi che possono anche costituire una mezza prova. Ma per cogliere la differenza, scavata anche a Torino, è bene partire dai difetti e dai protagonisti «tecnicamente inadeguati», per usare una espressione coniata da Adriano Galliani e riferita a un arbitro di calciopoli, Tiziano Pieri. Le qualità sono sotto gli occhi di tutti e si possono condensare in pochi appunti: 1) El Shaarawy è un progetto consistente, molto consistente, di campione; 2) Boateng da centrocampista può diventare un rinforzo per un settore depotenziato dall'infortunio di De Jong, dai ritardi di Muntari e dal malinconico rendimento di Nocerino; 3) De Sciglio è una scoperta quotidiana anche se impiegato in ruoli che non ha nelle sue corde; 4) Niang, se lavorato in modo giusto, può rappresentare una rivelazione; 5) Montolivo è una risorsa preziosa; 6) Ambrosini è stato persino commovente nelle cadenze finali.
Ma il punto è un altro. Per salire di cifra tecnica, il Milan deve continuare a interrogarsi sugli attaccanti da reclutare (Balotelli, Destro etc) o non piuttosto sugli interventi da compiere in difesa? Se c'è qualche giovanotto di belle speranze, come nel caso del romagnolo Saponara dell'Empoli, è bene muoversi in anticipo, ma lo sforzo maggiore deve essere compiuto là dove un tempo regnavano Tassotti e Baresi, Maldini e Nesta, Thiago Silva. L'emergenza assoluta è quella del portiere: Abbiati, per questione fisica, e Amelia per deficit tecnico, sono diventati il tallone d'Achille del Milan di questa stagione. L'alternanza, decisa dallo staff tecnico, è un altro segnale palese di sfiducia. Il terzo a disposizione, il giovanissimo brasiliano Gabriel, ha bisogno di giocare, stabilmente per decifrarne il talento. La trattativa con la Roma per Stekelenburg è la prima conferma dell'allarme suonato in via Turati, la simpatia per Perin è per ora una traccia delle prossime mosse rossonere. Peccato che qualche anno prima, quando Marchetti veniva via dal Cagliari al prezzo concordato di 5 milioni di euro, non vi fu la necessaria determinazione.
Che quella del Milan sia una difesa senza più parole è documentato dal numero dei gol presi, dalle modalità di taluni (una sequenza incredibile su calcio piazzato) e dalle perfomances dei singoli. Acerbi, nome nomen, a Torino, ha riconfermato di essere acerbo per le ambizioni del club, Mexes è una testa calda, capace di errori e comportamenti non da esperto guerriero, Yepes ha troppi anni, Bonera troppi acciacchi muscolari per diventare la guida spirituale del gruppetto. Forse il più affidabile della compagnia è il colombiano Zapata che ha pensato bene di presentarsi con un bel virus alla ripresa dell'attività.
A sentire i grandi maestri del calcio italiano, da Rocco a Capello, le grandi squadre si riconoscono dalla tenuta stagna della difesa più che dalla forza dirompente dell'attacco. É qui che Galliani e Braida devono inventarsi qualcosa. Il resto tocca ad Allegri e Tassotti e alla cura maniacale dell'addestramento.

Nella difesa della Juve il più votato è Barzaglione, in quella del Napoli Gamberini è la boa più sicura, a Roma Zeman ha scoperto Marquinho, nella Lazio è diventato utilissimo Biava: qualcosa di buono si può ricavare anche dalla compagnia di Milanello.

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