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Milan, con Silva e Var un'altra storia

Gattuso va sotto 1-2, poi la la rimonta. Fassone: «Derby, l'Inter non ha voluto altra data»

Milan, con Silva e Var un'altra storia

Franco Ordine

Milano Tre gol, il var e una stoccata. Servono tre gol al Milan di Gattuso per domare il Chievo sorprendente del primo tempo e riprendere a scalare la classifica con un fatturato super, 25 punti nel girone di ritorno con una partita in meno. Meglio di lui ha fatto soltanto la mostruosa Juve di Allegri. Tre gol del suo discusso attacco che adesso può celebrare il bis di Calhanoglu e di Andrè Silva, i due discussi acquisti di Mirabelli fino a qualche mese fa, prima dell'avvento di Rino in panchina e a Milanello, seme fondamentale per vedere germogliare i due talenti inespressi costati una fortuna. Il turco, gol a parte, è stato tra gli ispiratori più continui delle manovre più efficaci e si è procurato nel finale il rigore del possibile 4 a 2 parato da Sorrentino e forse sprecato da Kessiè. Il portoghese, appena arrivato al posto di Borini, un attaccante al posto di un difensore, si è piazzato al posto giusto, proprio come a Genova, nel cuore dell'area piccola, per ricacciare in rete una palletta vagante. È come se avesse recuperato la bussola, smarrita nelle precedenti settimane.

Tre gol, allora e una stoccata. Riferimento scontato alla dichiarazione di Marco Fassone che ha chiamato in causa l'Inter, oppositore conclamato del recupero del derby in un giorno festivo. «Abbiamo proposto due date alternative (25 aprile e 1 maggio, ndr), hanno detto sempre no appellandosi al regolamento. Ci scusiamo con i tifosi» la sintesi dell'ad rossonero. Presentata così, potrebbe sembrare una passeggiata del Milan sui resti del Chievo e invece è andata in modo diverso. Il corretto utilizzo del var (il tap in di Cutrone per il 2 a 2 prima annullato e poi convalidato dalla coppia in regia Pairetto-Alassio) ha dato una mano alla rincorsa milanista sgabbiato in vantaggio con Calhanoglu dopo 10 minuti raggiunto e sorpassato dal sorprendente uno-due del Chievo nella prima frazione, dimostrazione plastica di qualche sbavatura difensiva (Borini in sofferenza su Giaccherini) e di una disinvolta prova del centrocampo poco dedito ai recuperi. Musacchio, entrato nel finale, ha ricostituito il blocco a quattro e dimostrato d'avere attitudine anche a quel ruolo.

Se il successo di ieri, nono della serie gattusiana, prima della sosta indispensabile a recuperare energie, vale oro zecchino per il Milan, può diventare una sorta di master quello conseguito dal suo giovane tecnico Rino Gattuso. Lasciate perdere i gesti, tipo l'intemerata con il team manager Romeo a cui ha rotto il cellulare: sono folclore e basta. Concentratevi invece sulle scelte e sui cambi, uno più utile dell'altro. In corsa ha modificato il sistema di gioco introducendo Andrè Silva al fianco di Cutrone e difendendo a tre, con tutti i rischi del caso. A volte c'è bisogno anche di coraggio per vincere una partita. Così ha messo pressione al Chievo, a dire il vero l'ha letteralmente schiacciato nella sua area di rigore ricavando da una respinta di Sorrentino (sulla stoccata dal limite di Biglia) e da un angolo di Calhanoglu i due sigilli necessari a chiudere con un sorriso questo tratto di stagione corso con una media punti straordinaria, 2,14 a partita, inferiore solo alla cavalcata tricolore di Napoli e Juventus.

Il Chievo ha indovinato quasi tutto in un tempo, il primo, e si è smarrito, impaurito, nel secondo.

Sorrentino e Giaccherini, due senatori di lungo corso, lo hanno sorretto prima del cedimento finale.

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