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Il Milan torna in Europa e il Tas bacchetta l'Uefa

Sanzione sproporzionata, club riammesso in E. League. Yonghong a Elliott: «Partner infedele»

Il Milan torna in Europa e il Tas bacchetta l'Uefa

Riabilitato il Milan, bacchettata l'Uefa. Il Tas di Losanna ha ribaltato la sentenza del 19 giugno firmata dalla Camera giudicante dell'Uefa e riammesso il club rossonero alla prossima edizione dell'Europa league, conquistata sul campo. Nel suo dispositivo il collegio è stato didascalico e appuntito al tempo stesso come si conviene a uno svizzero doc: ha confermato l'infrazione amministrativa (mancato pareggio di bilancio) ma annullato l'esclusione. E per evitare di mettere becco in una materia che non è di sua competenza, ha rinviato il Milan all'Adjudicatory chamber con una raccomandazione che sa di bacchettata sulle mani: «Per l'adozione di una sanzione proporzionata». Come dire: la squalifica è stata eccessiva, giusto il giudizio firmato all'epoca da il Giornale, in specie rispetto al trattamento riservato ad altri club (Psg, Manchester City, Inter) trattati repetita iuvant- con i guanti bianchissimi. A determinare il capovolgimento, elementare osservazione, è stato Elliott arrivato a Losanna non più in qualità di creditore di Yonghong Li ma di nuovo azionista e proprietario con l'impegno, verbale, a garantire la «continuità aziendale» per almeno 3 anni con possibilità di raggiungere il traguardo dei 5 anni.

Nel dispositivo infatti c'è un riconoscimento pubblico e solenne dell'evento maturato nei giorni scorsi: «La situazione finanziaria del Milan è significativamente migliorata in rapporto al recente cambio di proprietà». Di contro l'Uefa ha incassato la stoccata contenuta nel passaggio in cui il tribunale svizzero sostiene che «alcuni elementi rilevanti non fossero stati adeguatamente considerati» specie in materia di «equità rispetto ad altri club». Il Milan ha festeggiato, naturalmente. La società ha espresso soddisfazione soprattutto per aver evitato un danno storico alla propria immagine di club tra i più medagliati d'Europa. Elliott ha fatto centro al primo appuntamento e si è detto pronto a «lavorare per conquistare nuovi successi nel rispetto del financial fair play» ripetendo che «l'impegno non sarà a breve termine» e confermando che «è pronto a fare il duro lavoro».

Già perché il Milan non se la caverà con un buffetto sulla guancia. Il rinvio alla camera giudicante per sanzione proporzionata può voler dire due cose: 1) possibilità di una multa; 2) restrizioni sulla rosa da iscrivere al torneo continentale e sul mercato. La ricaduta interna però è stata dirompente. A parte i tifosi che hanno salutato quasi come una coppa il verdetto («Losanna dall'alto dei cieli» la battuta migliore), Bonucci e Suso hanno firmato reazioni orgogliose. Il capitano ha ricordato il successo ottenuto sul campo, lo spagnolo ha confessato di aver vissuto «due settimane di sofferenza» prima di uscire dall'incubo di una penalizzazione più morale che economica. Già perché nel frattempo anche il contabile di casa Milan può iscrivere a bilancio i 20 milioni garantiti dalla prima fase a girone cui il Milan è tornato a essere iscritto di diritto. Fatto sta, sono rimasti impallinati dal Tas di Losanna Atalanta e Fiorentina. I primi accarezzavano l'idea di partecipare all'evento saltando la fase a eliminazione diretta, cui invece da ieri sono nuovamente rispediti. Doccia gelata invece per i viola che avevano addirittura anticipato la data del raduno per farsi trovare pronti dalla squalifica del Milan. Dovranno stare a guardare.

In serata, sul blog di Carlo Festa del «Sole 24 Ore» è poi apparsa la lettera dell'ex presidente cinese Li, di cui sono stati riportati diversi passaggi. Fra questi, quello in cui accusa Elliott di essere stato partner infedele («ero convinto che fosse un investitore fidato...

Ho commesso un errore e l'ho scoperto solo strada facendo»), e quello in cui enuncia le cifre del suo investimento («ho versato quasi 880 milioni dei quali solo 280 finanziati da Elliott»).

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