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Le milanesi e la voglia di calcio a prescindere

Le milanesi e la voglia di calcio a prescindere

M ilano ha voglia di calcio. Lo confermano i primi dati dell'affluenza a San Siro che sembrano segnalare l'eccitazione classica da astinenza per la pausa estiva, in un caso giustificata dai fuochi d'artificio del mercato neroazzurro. Conte, che in Cina alzò il dito per segnalare allo stesso Suning il ritardo nelle operazioni concordate, con l'arrivo di Sanchez può considerarsi come lo chef cui hanno fornito tutti gli ingredienti richiesti per allestire una cena memorabile. È arrivata anche la ciliegina per la torta. L'Inter, col Lecce, ha segnato un bel 65 mila presenze, tutte premiate da un calcio aggressivo e geometrico. Ieri, il Milan, già, anche il Milan partito tra robuste speranze legate alla presenza del giochista Giampaolo in panchina affondate subito al primo appuntamento di Udine, ha deciso di aprire la vendita per il terzo anello dopo aver collezionato 50 mila tagliandi nella prevendita. Non è solo voglia di calcio, naturalmente. È forse, nell'accampamento rossonero, dimostrazione di fede nel lavoro di Maldini e Boban e del bisogno di competere con la rivale di sempre sgabbiata in avanti. Questa testimonianza d'affetto avrebbe meritato ben altro incipit a Udine e soprattutto una diversa reazione del tecnico abruzzese che ha spiazzato tutti (persino gli ultrà della curva sud) confessando dubbi e perplessità sulle scelte fondamentali della stagione, il sistema di gioco cioè oltre alcuni suoi interpreti, taluni schierati per necessità (Calhanoglu regista per l'infortunio di Biglia), altri per convinzione (Suso trequartista). C'è il Brescia a San Siro e magari l'ipotesi di rivedere Balotelli può fare da attrazione ma è il Milan che deve subito uscire dal tunnel degli equivoci e delle insicurezze per offrire le risposte che i 60 mila di sabato meritano. Una settimana fa non ci fu posto, se non nella ripresa e per Leao esponente dell'ultimo mercato; ora le informazioni provenienti da Milanello convergono su Bennacer subito direttore d'orchestra e Calhanoglu dietro le due punte come trequartista.

Ricominciare con gli esperimenti, due mesi dopo il raduno, forse non è una brillante trovata.

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