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Milano insegue l'Europa anche a pezzi

Oggi tocca all'Inter con l'attacco in emergenza. Domani al Milan "senza" la difesa

Milano insegue l'Europa anche a pezzi

La rimonta per l'Europa di Milano del pallone passa per due rivali distanti molti punti e risulta accomunata soltanto dalle defezioni che cominciano a diventare troppe (anche Banega con distorsione alla caviglia e non convocato ad Appiano dopo le squalifiche di Icardi e Perisic e l'infortunio di Brozovic) per non lasciare qualche segno. La rimonta di Pioli, interrotta a Torino dalla Juve e seguita da una settimana di arsenico (l'ultimo episodio: un inter club cinese che pubblica foto di suoi soci con il gesto delle manette di Mou) e vecchi dispetti verbali, può ricominciare dall'Empoli che già all'andata fu domata da un paio di rasoiate di Icardi, adesso ai margini per la pallonata spedita dalle parti di Rizzoli con mirabile imprecisione (altrimenti ne avrebbe avute 4 di giornate di squalifica!). E qui allora è il caso di mettere da parte rancori e polemiche e di dedicarsi nuovamente al famoso motto poche chiacchiere e qualche gol in più rispetto all'ultimo viaggio in casa della razza padrona del campionato.

Perché poi, al netto delle polemiche velenose, è questo l'unico vero appunto da mettere sul conto di Pioli parlando della sfida di Torino: e cioè lo zero in fatto di tiri in porta durante il secondo tempo gestito dalla Juve col solito mestiere. L'assenza di Icardi, precedenti alla mano, non è una jattura (5 vittorie, 1 pareggio e una sola sconfitta) e tocca alla panchina e a qualche esponente finito in un cono d'ombra, Eder, rispolverare il brillio dell'europeo azzurro. Qui mentre l'Inter di Pioli si rimette in strada, c'è anche l'altra Inter che lavora sodo a preparare il futuro che è fatto di mercato e anche d'innovazione. Non è più un mistero, per esempio, il colloquio romano avvenuto tra Ausilio e il braccio destro di Ferrero per discutere di Muriel e magari anche di Schick che viene considerato il gioiellino di casa Samp, segno di una programmazione che sfugge all'altra Milano per via del closing vicino. Fa ancora notizia il viaggio in Giappone di Zanetti per aprire un'accademy a Tokio che non è soltanto voglia di esportare il marchio neroazzurro ma cogliere l'occasione per reclutare altri tifosi, altri clienti insomma.

Più complicato il prossimo viaggio del Milan a Roma contro la Lazio, una sorta di vero e proprio spareggio per l'Europa da vivere con l'acqua in casa: squalificati Paletta e Kucka, due pilastri della stagione, fuori per insulti muscolari e altri acciacchi De Sciglio, Antonelli, Calabria e Romagnoli, il più grave di tutti, mezza difesa fuori gioco insomma così da rendere indispensabile il ricorso a Vangioni che fu per un bel pezzo ignorato dallo stesso Montella, forse con un pizzico di superficialità di giudizio nei confronti dell'argentino. Ma uno che gioca nel River Plate può avere qualche difficoltà nell'apprendere nozioni di tattica italiana ma non può essere molto scarso. Il numero eccessivo di squalifiche per doppia ammonizione è un'altra spina in gola per il tecnico napoletano, rimasta sotto traccia per la straordinarietà dell'evento, l'1 a 0 sul Bologna in 9 contro 11. Ma l'argomento è all'ordine del giorno. Il talento di Deulofeu, scoperto per fortuna dopo il colpo al cuore dell'infortunio di Bonaventura, non può certo risolvere ogni limite né colmare le lacune dell'attacco se non provvedono alla bisogna Lapadula o Bacca (eterno ballottaggio segno anche questo di una defaillance) e se soprattutto Suso non recupera un po' di quello smalto che ne fece un decisivo eversore nelle precedenti settimane.

Dipende anche da lui, dallo spagnolo di Cadice, il miglioramento della qualità delle giocate e l'approvvigionamento di qualche assist che in passato servirono a Bacca e a Lapadula per andare sotto la curva a festeggiare.

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