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Milano senza problemi, Trento è ko

Olimpia sempre in controllo. Non c'è storia in gara uno al Forum

Milano senza problemi, Trento è ko

Oscar Eleni

Milano L'Emporio e i suoi assi con mani di velluto, cominciando dal serpente Goudelock (26 punti) umili abbastanza per cercare anche di proteggersi con la ragnatela difensiva: gara uno nella finale scudetto del basket vede cantare soltanto Milano che vince 98-85, senza patire troppo il dinamismo dei cacciatori trentini costretti questa volta ha sparare soltanto alla luna quando la partita, per pochissimi minuti, era ancora in vita. Certo la regina balbuziente che ama farsi notare non finisce mai il suo lavoro, si diverte a mostrare qualche debolezza come quella di trovarsi Trento a meno 13 con 6 minuti da giocare. Bella palla per Pianigiani che per correre fino alle stanze dorate dello scudetto da lui ben conosciute preferisce avere balestrieri un po' spaventati, anche se poi il Goudelock che porta Trento al peccato delizia la notte di una Milano che forse anche prestando i suoi panchinari o gli esclusi, avrebbe sempre tanto oro da mettere su una bilancia già tarata male all'origine se Trento era senza Flaccadori.

Lo si è capito nella burrasca finale, quando sono stati buttati fuori Gudaitis ed Hogue e Trento si è trovata a -8 con Milano che sentiva scivolare un cubetto di ghiaccio nella schiena. Attimi che serviranno domani come promemoria perché a Trento mancheranno tante cose, ma non l'orgoglio. Certo fino a quando l'orchestra è nella mani di Micov e Cinciarini, e ai tamburi ci sono Goudelock o Bertans e a presidiare il canestro i lungoni Tarzewski e Gudaitis l'uva sembrerà sempre dolcissima.

Mani gelate nel torrido della prima finale scudetto, come giusto, come logico. Guanti di velluto nel quarto iniziale, sfiorandosi: Milano cerca il filo d'Arianna per invadere il castello, Trento fodera di raso i suoi artigli. +8 Armani dopo 5', illusione, Trento e la speranza trovata in un parzialino di 7-2 per il 15-12 del primo intervallo che racconta poco, ma si vede che sul cielo delle aquile sta arrivando la tempesta.

Si chiama Bertans e viene dalla Lettonia: la sua scarica elettrica col tiro da 3 scava il primo tunnel sotto le mura trentine, 9 punti che pesano tanto. Quando Milano va a più 11 Buscaglia prova con la via latina: Gomes arriva a 10 punti, un cerotto sulla ferita perché quando torna Goudelock è tempesta: 47-34 dopo 20', con Trento legata al suo misero 12 su 30 al tiro, mentre Milano è oltre il 59% con Micov come tormento e la mascherina da chirurgo: 8 punti, 4 su 5 al tiro, 4 assist.

Il terzo quarto è la fotografia di nozze per Milano con la sua idea scudetto: tormentare Trento dove è più debole, illuderla che potrà uscire dall'assedio ed alimentarsi, ma poi arriva il serpente Goudelock e avvelena tutto. Aquile che provano a volare alto, ma poi vengono impallinate, quando vedono le armature nemiche è già ora di fuggire. Goudelock arriva a 16 punti, con 6 su 10 al tiro ed è anche il ponte per l'invasione di Gudaitis e Tarzewski dove Trento è bonsai: 70-52 dopo 30'. È già il momento di pensare alla seconda sfida di domani sera, sempre al Forum, anche se è difficile pensare a cosa potrebbe inventarsi lo zen Buscaglia per tormentare la regina pronta per l'incoronazione anche se tutti si fingono umili: a bottiglie stappate vedrete e sentirete cose che non immaginavate. Intanto squadra e popolo in rosso si sono goduti la prima granita mentre Trento cercava di non andare proprio sotto la polvere di una sfida che soltanto gli ipocriti vedevano equilibrata.

Certo, è soltanto gara uno, ma se Milano e i suoi ragni imperiali rende solida la ragnatela difensiva non sappiamo davvero da dove potranno scappare i tiratori trentini.

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