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Mistero bomba carta. Lanciata dai bianconeri o accesa dai granata?

La polizia: è stata gettata. Il pm: no, era già in curva. E il giudice sportivo aspetta il supplemento d'indagine

Mistero bomba carta. Lanciata dai bianconeri o accesa dai granata?

TorinoNella tarda mattinata di ieri, il contrordine: secondo il pubblico ministero Andrea Padalino, incaricato di condurre le indagini, la bomba carta che domenica ha ferito undici tifosi del Toro appena prima che cominciasse il derby con la Juventus non sarebbe stata lanciata dalla curva bianconera ma confezionata erroneamente dagli stessi tifosi granata. Poi, appena dopo l'ora del tè, altro colpo di scena stavolta firmato Polizia: bomba lanciata dai bianconeri e avanti il prossimo. Quanto alle decisioni del Giudice sportivo, nulla di fatto: Giampaolo Tosel ha infatti scelto di non prendere per il momento alcun provvedimento, rinviando alla Procura federale un supplemento di indagine.

L'ipotesi del pm Padalino prevedeva che la bomba carta fosse stata accesa sul posto, tesi avvalorata dai filmati girati dalla Digos e da alcuni tifosi granata. In quei documenti si vedeva il pubblico farsi da parte nel punto in cui pochi secondi più tardi sarebbe avvenuta l'esplosione, avvalorando la teoria che qualcuno avesse acceso l'ordigno. Secondo Padalino, «qualcosa deve essere andato storto: forse la bomba è stata incautamente incastrata sotto un seggiolino e quindi proiettato schegge ovunque, forse era confezionata male». Il gesto volontario da parte di un tifoso bianconero sembrava da escludersi, secondo Padalino, perché «una bomba carta avrebbe potuto scoppiare tra le mani di chi la lanciava, oppure durante il volo». Dalle immagini a disposizione del pm emergeva un unico oggetto scagliato dalla tifoseria juventina contro i granata che «confonde le idee»: un fumogeno rosso che rotola tra le gambe degli spettatori e scoppia con una fumata, senza conseguenze. Poi, nel pomeriggio e dopo aver visionato i filmati delle telecamere dell'Olimpico, la presa di posizione della Polizia.

Nel frattempo è salito a quindici il totale delle persone, tra arrestate e denunciate, coinvolte nei disordini. Per tutti sarà previsto il Daspo: alla lista di provvedimenti già emessi, si aggiungono quelli a carico di un tifoso juventino denunciato per il possesso di fumogeni e di uno steward (sanzione amministrativa) per aver favorito l'ingresso di un tifoso bianconero nello stadio. Le indagini della Polizia hanno inoltre portato all'identificazione anche di altri due supporter bianconeri che sono stati denunciati per gli scontri al di fuori dell'impianto. «Gli arresti sono stati cinque, ma stiamo identificando altre persone che hanno partecipato all'assalto del pullman della Juventus - ha spiegato il questore di Torino, Salvatore Longo, a Radio 24 -. La bomba carta? Il filtraggio non è stato fatto su tutte le persone che entravano nei settori, ma l'avere raddoppiato i servizi di steward e di forze di polizia fa capire che non è stato sottovalutato nulla».

«Sono stanco - ha detto ieri il numero uno del Coni, Giovanni Malagò -. Dobbiamo metterci in linea con le disposizioni legislative assunte dal governo Thatcher contro gli hooligans. Servono sanzioni fuori dall'ordinario. Sono indispensabili impianti di nuova generazione per l'identificazione immediata dei violenti e un giudice che processi i responsabili per direttissima». Concetto ribadito anche dal presidente della Lega A, Maurizio Beretta, il quale poi aggiunge che «è evidente che la responsabilità oggettiva non funziona: serve individuare i singoli responsabili e sanzionarli in maniera pesante sia sul piano sportivo, con Daspo a vita, che su quello penale». Chiede tolleranza zero anche il segretario generale della Uefa, Gianni Infantino: «Bisogna darsi una mossa, mettere i violenti fuori dallo stadio e mandarli in galera per un po'».

E il presidente Tavecchio sbotta: «D'ora in poi la Figc si costituirà parte civile» contro gli ultrà e «chiederà anche i danni d'immagine».

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