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Modulo, uomini, testa Le colpe di Spalletti nell'Inter che delude se vuol essere l'anti Juve

Contro il Sassuolo l'alibi delle assenze ma la squadra è sembrata poco lucida

Modulo, uomini, testa Le colpe di Spalletti nell'Inter che delude se vuol essere l'anti Juve

C i spieghi Spalletti come l'Inter, considerata la prima rivale della Juventus, sia riuscita nell'impresa di giocare malissimo a Reggio Emilia e lasciare la vittoria al Sassuolo. Quasi un'equazione. Troppo facile addossare le colpe d'una prova così scialba, quasi menefreghista, al terreno infame, all'arbitro disattento o, che so, all'umidità. La caccia agli alibi è sintomo di debolezza. Meglio andare alla ricerca dei motivi che hanno provocato la sorprendente mazzata dopo lo scintillante mercato e le amichevoli di buona fattura.

Mai come in questa circostanza l'allenatore figura in cima alla lista dei responsabili per tre motivi essenziali: la mediocre condizione atletica, l'insistenza su un modulo che non aveva funzionato neanche in passato, le scelte azzardate di Dalbert (inguardabile su Berardi) e Asamoah (mediocre come esterno alto). Per non parlare di Perisic rimasto a lungo in panchina. I ragazzi di De Zerbi correvano il doppio e in mezzo al campo hanno preso il sopravvento su Vecino e Brozovic. Bravissimi. Questa è una fotografia, non una considerazione.

È vero che mancava Nainggolan. Ma come può l'Inter fare corsa di testa se si trova in così evidente difficoltà senza il belga che poi offre il meglio di sé come incursore? Al di là delle scelte individuali, sarà bene che Spalletti schieri un terzo centrocampista per comandare il gioco e fare scudo alla difesa. Un discorso a parte merita l'attacco dove le alternative non mancano. Martinez non ha ripagato la fiducia combinando poco di suo e lasciando Icardi in mezzo alla morsa degli avversari. Politano non ha mai inciso. Qualcosa di meglio s'è visto nella ripresa con gli ingressi di Perisic e Keita. Per l'argentino c'è la scusante dell'esordio a 21 anni. Ma cosa dovremmo dire, allora, del difensore Magnani (un gigante di 190 cm) che ha debuttato a 22 anni lasciando a Icardi una sola occasione? Guarda caso su di lui c'è la mano della Juventus...

La sconfitta è pesante perché toglie autostima al gruppo, crea problemi di spogliatoio a Spalletti e pesa sulla classifica. In un campionato che si vince a 90 e più punti, anche uno svarione di questo tipo non è cosa da poco. Di positivo il fatto che si è alla prima giornata e che tutta l'Inter ha giocato male. Non solo Dalbert, anche i pezzi grossi, quelli che dovrebbero prendere per mano i compagni nei momenti bui. Lo testimoniano le conclusioni a rete, appena 3, sì, proprio 3. Quanta differenza con la Juventus che ha battuto il Chievo a fil di sirena, ma che ha effettuato 29 tiri contro la porta avversaria e s'è aggrappata alla vis agonistica dei panchinari Bernardeschi e Mandzukic.

La solita Juventus, ma anche la solita pazza Inter. Invece di contestare il terriccio dello stadio Mapei, Spalletti è tenuto a mostrare la vera faccia di una squadra che non può essere brutta come quella sconfitta dal Sassuolo. E il compito non sarà facile con il Toro furioso per la sconfitta subita dalla Roma a fil di sirena. Ma ci vogliono idee chiare: qualcosa a mezzo fra il monoteismo di Sarri e il politeismo di Allegri. C'è il campionato, ma c'è pure l'Europa.

E ci sono i tifosi che meritano, finalmente, di avere soddisfazioni importanti.

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