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Mohamed Er Rimpianto e il passato giallorosso preso a pallonate d'oro

Anche ieri giocate alla CR7 e 2 gol. Gli ex tifosi disperati: lui 43 reti, il suo "sostituto" Schick 2

Mohamed Er Rimpianto e il passato giallorosso preso a pallonate d'oro

Mohamed Salah, nemmeno ventisei anni, detto Momo. E da ieri ridetto «Er Rimpianto», a Roma. Dove avevano un giocatore da Pallone d'Oro e l'hanno sbolognato al Liverpool per una cifra che oggi sembra un piatto di lenticchie pure scondito. Quarantadue milioni più bonus. Con la stessa somma, euro più euro meno, Monchi ha comprato Patrick Schick detto «Er Tristezza», dallo sguardo con cui chiosa ogni suo vorrei-ma-non-posso. Sembrava un modo per rimettere in sesto il bilancio. Poi i giallorossi hanno sognato per un'estate intera Riyad Mahrez e alla fine si sono presi l'attaccante della Sampdoria. Per capire che tutta la faccenda è stata una tra le più grandi truffe del rock'n'roll non c'era bisogno di aspettare ieri. Quarantatré gol l'egiziano, due lo slovacco, per dire. Poi certo la notte di Anfield è sembrata scritta da uno sceneggiatore in crisi di creatività, tanto era prevedibile. Salah a fare due gol ad Alisson e a sfornare assist, a spaventare in ogni azione i suoi ex compagni. A sfrattare (quasi) la Roma dalla Champions. A farsi rimpiangere ogni minuto. «Er Rimpianto», appunto.

Dicono che Momo Salah a Roma ci abbia lasciato un po' il cuore e che si senta spesso con alcuni suoi vecchi compagni. Una città più a misura di un egiziano che in realtà viene raccontato come uno dal carattere scandinavo, professionale e pignolo. E ieri un po' di affetto l'ha restituito, non esultando rispettosamente - come da bizzarra abitudine italiana, in realtà - dopo i suoi due gol, anche se Momo si rendeva conto che stava vivendo la serata più importante della sua carriera. Per ora. Perché probabilmente ci sarà la finale di Kiev del 26 maggio a riscrivere la sua agenda.

Mohammed Salah è al momento probabilmente il secondo più forte giocatore di calcio al mondo, dopo Cristiano Ronaldo. Forse il più decisivo. Il Messi bandolero triste dell'Olimpico (che nostalgia) non gli prende nemmeno la targa. Poi certo, c'è lo stato di grazia attuale. Ma che cos'è l'essere campioni se non un lunghissimo stato di grazia? Il suo repertorio attualmente è infinito. Invece da noi era noto perché con la sua velocità spaccava le partite ma poi alle volte davanti al portiere arruffava tiri inconcludenti. Ventinove i suoi gol e altrettanti sbianchettati in due stagioni alla Roma, concluse con un terzo e un secondo posto. Ma poi qualche ragioniere fa notare che tutti segnavano di più in quella Roma, per primo Dzeko, e forse era merito del faraone di Basyoun.

È a Liverpool però che Salah ha fatto il salto di qualità, diventando il numero uno della Premier League. Continua a superare l'uomo in velocità, ma lo salta anche regolarmente da fermo, ha ridotto la parte di campo nella quale sgroppa e questo ha aumentato la sua lucidità sotto porta. Ne sono esempi i due gol di ieri, un tracciante di sinistro a spolverare il sette e uno scavetto in controtempo a bucare un Alisson sorpreso a mezza via. Ormai Salah segna non solo con il suo sinistro ma anche di destro, e qualche gol lo ha fatto perfino di testa. Ha il pallone sempre incollato al piede, sa leggere ogni fase di attacco, sembra aver visto la partita da un suo decoder prima che si svolga.

Salah la nostalgia.

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