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"Montella ci ha dato la gioia di giocare. E ora battiamo la Juve"

Sabato sfida d'alta classifica coi bianconeri. "Adesso so di essere importante nel Milan"

"Montella ci ha dato la gioia di giocare. E ora battiamo la Juve"

Un Jack che in realtà è un jolly. Giacomo Bonaventura. Indispensabile, sempre titolare, in un Milan che sfida la capolista Juve da secondo della classe.

State sorprendendo, cosa è successo dopo le ultime due stagioni?

«In una parola, divertimento. Montella la prima cosa che ha fatto è stata quella di puntare sulla gioia di giocare. Tra gli allenatori che ho avuto è quello che ci fa correre meno senza palla».

Qual è il valore aggiunto?

«Il gruppo non è cambiato molto, quindi dico Montella. Pensavo facesse subito una rivoluzione e invece sta cambiando un passo alla volta. Io avrei ribaltato tutto».

Ha lavorato più sul campo o sulla testa?

«Tutto parte dal lavoro sul campo, la testa è una conseguenza. E poi sta correggendo atteggiamenti e comportamenti, sta cambiando la mentalità».

Eppure non sono mancate le critiche a Bonaventura?

«Agli occhi di chi guarda, giocando a centrocampo sono meno appariscente e quindi il giudizio ne risente. E comunque ascolto solo gli appunti del mister».

Nuovo ruolo e nuovo numero... Perché il 5?

«Non per Zidane. Numero da centrocampista, avevo immaginato che il mister mi facesse arretrare... E io mi vedo mezz'ala».

Eppure dopo la finale di Coppa Italia, alcune dichiarazioni sembravano l'apertura a un possibile addio...

«Frutto della delusione dei risultati e dell'incertezza sul futuro. Ho pensato solo ad andare in vacanza più che al mercato. Mi sono bastati pochi giorni di ritiro per capire che ero coinvolto in un progetto di gioco importante».

Un 2016 spaccato in due il suo: ko in coppa Italia ed escluso dall'Europeo e ora secondo in campionato e titolare in azzurro...

«Ho sofferto parecchio per non essere andato in Francia. Mi sentivo di meritare un posto. Diciamo che adesso mi sto rifacendo».

Può essere che l'attenzione alle situazioni societarie abbia tolto pressione a voi?

«Sì. È stato un bene perché ha facilitato il nostro lavoro non mettendo pressione sulla squadra, come invece era successo negli ultimi due anni».

E adesso arriva la Juventus?

«Si può vincere. Davvero. Ci siamo avvicinati al vertice, il divario si è ristretto».

Quindi è la volta buona, visto che in carriera ha sempre perso con la Signora e non le ha mai fatto un gol?

«Come si dice? I numeri sono fatti per essere smentiti».

Dall'altra parte ci sarà Buffon dopo le parate e lo sfogo di Lione. Che idea si è fatto?

«Uno con la personalità di Gigi averlo in squadra anche se sbaglia è sempre positivo. E poi lui riparte sempre da campione come ha dimostrato ancora una volta».

Un leader il portiere bianconero e anche lei nel Milan giovane e italiano inizia ad essere tra quelli che vantano l'esperienza maggiore...

«Sono consapevole di essere un giocatore importante, devo dare tanto. I giovani devono vedere in me un esempio positivo da seguire. Bisogna far passare i valori morali importanti per una carriera: disciplina e voglia di migliorarsi».

Per lei parla anche la sua storia di normal Jack: poco social, zero tatuaggi...

«Mi dedico totalmente al calcio, mi rilasso con un film e sto in famiglia...».

Cosa le piace di se stesso?

«Non mi accontento mai».

Il suo cruccio è non aver mai giocato in Europa, ancora per quanto?

«È l'anno buono per andarci. Peccato solo non essere arrivato prima nel Milan di Berlusconi».

A proposito del presidente...

«Spero di vederlo presto a Milanello o allo stadio».

Non è ancora tempo di biografie...

«Magari sarei un po' noioso... se vinco qualcosa o quando smetto e faccio l'allenatore ci penso».

Una battuta e via per Jack, insostituibile jolly per Montella.

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