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Montezemolo: potremmo lasciare la F1

Non è minaccia nuova. In fondo era già stata utilizzata. E con toni più accesi, nel maggio del 2009. Solo che all'epoca, quanto a successi in F1, la Ferrari non era decadente come quest'anno. Il Wall Street Journal ha pubblicato ieri un'intervista al presidente della Rossa, Luca di Montezemolo, in cui dice: «La F1 non funziona, è in declino perché la Fia ha dimenticato che la gente guarda le corse per l'eccitazione, non per l'efficienza (consumi, ibrido, ndr)...». Il n°1 del Cavallino si è lamentato anche delle regole che impediscono di intervenire sul motore, del rumore che non c'è più, aggiungendo che «la gente guarda per divertirsi, non per vedere piloti che risparmiano gomme e benzina». Montezemolo ha poi lasciato intendere che, entro il 2020, la Ferrari potrebbe interessarsi concretamente alle gare Endurance tipo Le Mans (dove oggi scatta la 24 Ore con Alonso a sbandierare al via, ndr). A sottolineare che si tratterebbe di una scelta, ha concluso: «Non possiamo fare auto da corsa e anche F1...».
Messaggio chiaro. Ma anche un déjà vu in tono soft rispetto al 2009, quando la Fia dell'allora presidente Mosley (ora c'è Todt) varò regole folli per il 2010 (micro budget cup di 40 mln, agevolazioni per chi l'avrebbe rispettato tipo nessun limite nei giri motore, test illimitati...) Il cda di Maranello approvò un documento in cui annunciava che, nel caso il quadro normativo non fosse cambiato, sarebbero venute meno «le ragioni che hanno motivato la presenza della Ferrari nel campionato Mondiale durante 60 edizioni...». La Fia fece un passo indietro. Ma all'epoca i grandi costruttori erano compatti e avevano anche minacciato un campionato alternativo alla F1.

Ora la Ferrari è sola e sembra urlare perché perde.

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