Sport

Mortirolo croce e delizia Aru in crisi si arrende E Contador è più rosa

L'italiano crolla, prende altri 2'51'' e lascia libero Landa di attaccare Il suo gregario vince e sale al 2° posto Alberto fora, recupera e dà spettacolo

Mortirolo croce e delizia Aru in crisi si arrende E Contador è più rosa

ApricaSu il basco, nel senso di Mikel Landa, che sale ancora un po'. Di due gradini, di grado, di considerazione, di peso specifico in questo Giro e in seno alla sua squadra. Dopo la vittoria di domenica a Madonna di Campiglio, il 25enne corridore basco di Vitoria si porta a casa anche la tappa del Mortirolo, alla faccia di Contador, che questa volta avrebbe voluto che a vincere fosse un olandese, Steven Kruijswijk, ma questo è un altro discorso.

Su il basco e giù il sardo, nel senso di Fabio Aru, che ieri ha perso minuti, posizioni, ma alla fine, visto per come è andata la corsa e come è andato lui, è stato bravissimo a contenere il distacco. Poteva andare alla deriva e precipitare nei gorghi della classifica, invece, tutto sommato, ha tenuto e contenuto, con la forza della volontà.

Su il basco che arriva all'Aprica per primo, con 38" di vantaggio sull'olandese Kruijswijk e sulla maglia rosa Alberto Contador. Quarto il russo Yury Trofimov, quinto Andrey Amador entrambi a 2'03". Per Mikel Landa, professionista dal 2010, si tratta del terzo centro stagionale, il quinto da professionista. Il nostro Aru arriva settimo a 2'51" dal vincitore. Nella generale il sardo perde la seconda posizione, occupata adesso dal compagno di squadra Landa a 4'02" dalla maglia rosa, e passa terzo a 4'52" dal leader.

Tappa dura, durissima quella di ieri. Ma anche maledettamente bella e imprevedibile: ricca di colpi di scena. Tappa verticale la Pinzolo-Aprica: 174 i km da percorrere, 5 i colli da superare, 4.500 i metri di dislivello. Il menù è da capoGiro: Campo Carlo Magno, Tonale, Aprica, Mortirolo e Aprica di nuovo. L'avvio è subito all'insù: Campo Carlo Magno, 2ª categoria al km 13,3, Betancur davanti a Pellizotti e Intxausti. Poi si forma un gruppo di dieci attaccanti: Bookwalter, Felline, Pellizotti, Zardini, De la Cruz, Niemec, Fernandez, Mihaylov, Hesjedal e Armee. A 78 km dal traguardo il canadese Hesjedal tenta il colpo di mano e saluta i compagni: il primo passaggio sul Gpm di Aprica è suo, dove transita con 31" di vantaggio sugli inseguitori.

I big non concedono nulla, vogliono la tappa dura e la fanno. Ma a complicare maledettamente le cose alla maglia rosa non sono Aru e compagnia pedalante, ma una foratura, lungo la discesa che conduce i corridori verso Tirano, a circa 60 km dal traguardo. Già la corsa è energia pura, ma la foratura di Contador fa esplodere il gruppo, che si spezza in due tronconi. Davanti il gruppo Aru, dietro Contador, che non si scompone neanche un po': è lui il vero diesse in corsa della sua squadra. In suo soccorso arriva Roman Kreuziger, che era nel gruppo Aru. Ricucire lo strappo non è semplice, anche perché l'Astana e la Katusha vanno a tutta. Si arriva ai piedi del Mortirolo: Aru è davanti, Contador a 51" dal sardo. Contador in crisi? Neanche un po': «Hanno cercato di mettermi in trappola e ci sono finiti loro», dirà alla fine il pistolero. Contador si alza sui pedali e dà il via al suo assolo straordinario. Uno show in piena regola, con dei fuori sella da applausi. Rientra su Aru e Landa, il sardo è già da un po' che è alle corde e fatica a tenere anche il passo del suo compagno di squadra. Contador sta un po' lì, giusto il tempo per tirare un po' il fiato e poi riparte. Aru china il capo, curva le spalle in segno di resa, Landa e Kruijswijk non perdono di vista la maglia rosa. Quando i tre al comando sono a 18 km dall'arrivo, Aru è costretto a cambiare la bicicletta per un problema alla catena.

Hesjedal, Amador e Trofimov erano lì ad un passo, ma volano via: Aru resta da solo.

Commenti