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Mr. Pellegrini, lo sgambetta-italiane

Per Manuel Pellegrini l'Italia è una seconda casa. Nonno emigrante di Picerno (Basilicata), una porzione di famiglia di origini romane, e infine la moglie - cognome Pucci - di chiare origini del Belpaese. Dove Pellegrini è sbarcato a vent'anni per seguire il Supercorso di allenatore a Coverciano in qualità di osservatore, perché l'accesso al corso vero e proprio era riservato ai soli italiani. «A livello formativo, un'esperienza fondamentale» non manca mai di ripetere il tecnico, che quando è tornato in Italia come avversario ha sempre creato grattacapi alle nostre compagini: Lazio, Fiorentina, Milan (pari a San Siro in Champions con il Real Madrid) e soprattutto Inter. Proprio contro i nerazzurri l'Ingegnere (soprannominato così per la laurea in ingegneria civile presa nel '79 all'Universidad catolica di Santiago) ha scritto una delle pagine più belle della propria carriera, eliminandoli dai quarti di finale della Champions League 2005/06 con il piccolo Villarreal.
L'epopea del Submarino Amarillo ricorda quella attuale del Malaga: Pellegrini lo prese nel 2004 quando era una società di medio cabotaggio della Liga e centrò un terzo (2004) e un secondo posto (2008), vinse la Coppa Intertoto e arrivò in semifinale di Champions, uscendo contro l'Arsenal dopo che nel ritorno, Riquelme aveva sbagliato al 90' il rigore dei possibili supplementari. Con il Malaga il tecnico cileno si sta ripetendo; subentra nel dicembre 2010 con la squadra terzultima e con la peggior difesa della Liga, chiude con un dignitoso 11esimo posto e l'anno successivo la porta fino al quarto - miglior piazzamento di sempre del club andaluso. Per la Champions gli sceicchi gli smontano il giocattolo, svendendo i pezzi pregiati e dilazionando il pagamento degli stipendi. Con l'aplomb che lo ha sempre contraddistinto Pellegrini non batte ciglio, compatta la squadra e la porta in testa al girone di Champions.
I giocatori del Malaga vogliono conquistare al più presto anche la qualificazione agli ottavi. La prima occasione è stasera contro il Milan, già battuto due settimane fa in Spagna. Un punto basterebbe, «ma se entriamo in campo per pareggiare finisce che perdiamo di sicuro», avverte Pellegrini. «Qualcuno diceva che avremmo solo partecipato a questo girone, e invece abbiamo 9 punti dopo tre partite», sorride i l cileno, per nulla spaventato dal blasone dell'avversario. «La tradizione che il Milan ha in Champions è meritata, però - sottolinea - in campo non gioca la storia e lo abbiamo già dimostrato a Malaga». Ha visto la goleada rossonera con il Chievo? «Ho sempre detto che il Milan sarebbe tornato a essere una grande squadra.

Noi non siamo il Chievo», la replica dell'Ingegnere.

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