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Il muro della Juve garanzia di scudetto

Dalla difesa a 3 alla linea a 4 rivista col Napoli, bianconeri sempre un bunker Azzerato il miglior attacco del torneo. E da sei partite Buffon non prende gol

Il muro della Juve garanzia di scudetto

A notte fonda erano in migliaia a Capodichino, una sconfitta che non ha scalfito l'amore verso la squadra. I bianconeri invece l'hanno presa come loro quotidiana normalità. È la differenza fra chi è abituato a stare in cima e chi ogni tanto ci capita. La miglior difesa del campionato ha battuto il miglior attacco. Non è tutto qui ma è tanto, i campioni d'Italia sono passati dalla linea a tre a quella a quattro, e non è cambiato niente. Le riflessioni e i traumi che questo comporta in altre squadre, con periodi di assestamento e probabili rovesci, qui sono stati ridotti a un problema di organizzazione e Buffon per la sesta partita consecutiva non ha preso gol. Forse non è stata celebrata abbastanza la squadra, ma Allegri si è preso tutto. Il doppio uomo in fascia, Lichtsteiner e Cuadrado a destra con Evra e Pogba a sinistra, ha completato la robusta retroguardia retta al centro da Bonucci e Barzagli, segno evidente che Allegri qualche timore lo nutriva. Il Napoli davanti ha fatto quasi zero, eppure Sarri ha visto una gara alla pari decisa da un episodio. Allo Stadium la sua squadra ha stabilito il record negativo in proiezione offensiva, sei tiri, uno in porta: «Higuain non ha fatto la sua miglior partita», ha ammesso. Dove finiscano i meriti della Juve e inizino i demeriti del Napoli è esercizio tedioso, chi ha visto la partita si è fatto la sua idea, la Juventus non ha giocatori irrinunciabili, il Napoli senza i gol di Higuain si ferma, ma lo Stadium non era esattamente il campo migliore per andare in fuga, ci ha giocato quattro volte e si è preso undici gol a uno. Sarri ha in parte ragione quando parla di gara giocata alla pari, tutto il resto pende dalla sua parte, compreso possesso palla e passaggi riusciti. Solo contro la Fiorentina la Juventus ha avuto un possesso palla inferiore a sabato sera, ma è stato il gol di Zaza a fare la differenza, anche se Albiol gioca nel Napoli e ha contribuito non poco, e sebbene Sarri abbia visto addirittura una doppia deviazione. Non è stato il massimo che possa offrire la serie A, tutti concordi, ma mentre le squadre erano ancora sullo 0-0, c'era la netta sensazione che la Juventus avesse infilato la sfida con il Napoli in mezzo alle altre 37 di campionato e i turni di Champions. Mai in affanno, l'unico tiro in porta è di Insigne che a inizio ripresa ha dribblato tutti e poi dalla riga di fondo ha calciato una puntata da campi abbandonati sul primo palo dove Buffon lo aspettava da un pezzo e ha respinto di piede. Non è facile stabilire meriti e demeriti ma certamente al Napoli è mancato il coraggio: «Si poteva vincere - ha detto Sarri-, bisognava essere più sfrontati, la Juve ci aveva lanciato un segnale chiaro, voleva mantenere il pareggio. Adesso guardiamoci da chi ci sta alle spalle, non abbiamo nessun obbligo di lottare con la Juventus fino alla fine, stanno dominando, sono di un'altra categoria». La resa è incondizionata, il Napoli ha perso però continua a giocare. La Juve adesso deve andare a Bologna dove Reina ne ha presi tre, il Napoli riceve il Milan.

Facciamo finta che il campionato non sia finito per favore.

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