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Al Napoli basta un pari per rinviare la festa Juve

Gol di Mertens, poi la risposta al volo di Lazovic. Il Genoa resiste in 10 con Radu che alza il muro

Al Napoli basta un pari per rinviare la festa Juve

Napoli - Prove generali di Europa e non sono quelle che Ancelotti si aspettava. Fase passiva insoddisfacente contro il Genoa, aggravata dalla superiorità numerica, tale soltanto sulla carta. Il Napoli soffre e regala un tempo al Genoa. La sblocca Mertens con il solito destro piazzato da fuori area, rete importante per il belga che raggiunge a 104 reti un certo Cavani nella graduatoria azzurra all-time ma l'assist era arrivato qualche minuto prima sotto forma di gentile cadeau da parte di Sturaro: intervento violento su Allan a centrocampo e rosso sacrosanto.

In superiorità numerica, il Napoli è sembrato svegliarsi dal torpore nel quale l'aveva indotto il Genoa, con quel palleggio quasi snervante a centrocampo prima di innescare le leve lunghe e veloci di Kouame. Il redivivo Karnezis nel primo tempo è il migliore in campo e questo giustifica le preoccupanti amnesie della difesa che ha smarrito certezze di fronte all'attaccante ivoriano, capace di seminare da solo confusione nella retroguardia azzurra. Due interventi decisivi, un palo, e il pareggio in pieno recupero: basta un cross di Pandev per tagliare tutta l'area e consentire a Lazovic di firmare l'1-1 con un bel destro al volo.

L'ordinata difesa del Grifone contro gli attacchi disperati dei napoletani, scontato il tema della ripresa: un'infinità di traversoni lunghi finiti in area rossoblù, preda quasi sempre dei genoani, con Milik a dannarsi per i pochi palloni giocabili arrivati dalle sue parti. Dominio sterile perché al Napoli manca la fantasia dei giorni migliori, oltre all'intensità: Radu deve faticare solo nel finale quando in pochi minuti blinda il pareggio. Prima su un sinistro rasoterra di Koulibaly in versione trequartista, poi di piedi sull'invenzione di Mertens, ultimo ad arrendersi. Poca roba rispetto all'ennesimo miracolo di Karnezis nel finale, reattivo nel respingere la deviazione maligna di Maksimovic. Finisce con un pari deludente, sull'aereo per Londra si sale con troppe perplessità.

Prima di andare in campo, anzi prima di accomodarsi in panchina, Insigne e il Napoli hanno scritto l'ennesima puntata di una commedia infinita. Cosa farà il talento di Frattamaggiore a giugno, resterà o andrà via? «Sto benissimo a Napoli, perché dovrei andare via?».

Già, perché? Dosare le parole e saperle interpretare, non è la prima volta che accade con Insigne, ora però c'è l'Arsenal in arrivo e una Coppa che aspetta, non è consentito concentrarsi su altro. «Non ho mai detto che a giugno lascerò questa squadra e questa città semplicemente perché queste non sono le mie intenzioni».

Fuori per infortunio, è rientrato ieri in squadra: Insigne ha bisogno del Napoli e viceversa, l'impegno e l'attaccamento alla maglia sono fuori discussione: «Ho sempre dato il massimo, in allenamento e in partita, finché resterò qui continuerò a farlo».

Parole ribadite anche dal club, attraverso il direttore sportivo Giuntoli: «Insigne è un patrimonio del Napoli e della Nazionale, è felicissimo di stare con noi e lo dimostra ogni anno».

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