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Napoli, capolinea vicino Ancelotti ha sei giorni per evitare il fallimento

Azzurri a due facce. Meret mago. Ora serve l'impresa o stagione finita con un mese e mezzo di anticipo

Napoli, capolinea vicino Ancelotti ha sei giorni per evitare il fallimento

Per vincere e far bene in Europa serve quello che gli addetti ai lavori hanno ribattezzato la tripla C: calcio, cuore e coraggio. Il Napoli di Londra mostra solo a tratti (e solo nel secondo tempo, quindi troppo tardi) questi elementi, confermando anzi il momento no dal punto di vista più psicologico che fisico. L'effetto Emirates è ancora più devastante nel punteggio di quello Anfield del dicembre scorso, quando la truppa di Ancelotti salutò la Champions per emigrare nell'Europa di riserva. E ora che gli azzurri escono dall'ennesima trasferta inglese con un nuovo risultato negativo - reso meno pesante dalle strepitose parate di Meret - nonostante una seconda parte di gara più confortante, in lontananza si affaccia l'incubo di una stagione già finita con un mese e mezzo di anticipo. Non proprio quello che a Castelvolturno pensavano all'inizio dell'era Ancelotti. C'è un secondo round da giocare al San Paolo giovedì prossimo, l'Arsenal versione viaggio non è proprio irresistibile (basti ricordare l'1-3 incassato in casa del Rennes, avversario certamente meno blasonato, nel turno precedente), il Napoli prova a crederci. Anche se servirà una prova molto diversa da quella offerta ieri sera.

Mertens, poco servito dai compagni, spegne l'ardore delle ultime settimane, Insigne - preferito a Milik all'inizio della gara - si batte con generosità ma senza costrutto, l'Allan geometra perfetto del 2018 sembra ormai evaporato, persino Fabian Ruiz - uno degli uomini più in palla a livello fisico e tattico - appare incerto e pasticcione. Difficile con queste premesse poter uscire dallo stadio londinese con un risultato più tranquillizzante in vista del ritorno. Il secondo tempo ha dimostrato che, se attaccato, l'Arsenal evidenzia qualche punto debole, peccato che davanti il Napoli non fosse ispirato.

Primo tempo da incubo: i Gunners schiacciano subito il Napoli nella propria metà campo e gli azzurri si fanno sorprendere dalla qualità e della densità degli avversari. L'atteggiamento è sbagliato, si fatica a contare i tantissimi palloni persi, così la squadra di Emery è padrona del campo. Ramsey, dopo appena un quarto d'ora, conclude in maniera vincente una splendida combinazione in attacco nata da un errore di Mario Rui: per il centrocampista gallese che nella prossima stagione vestirà la maglia della Juve ancora un gol contro un'italiana in Europa League (l'anno scorso segnò al Milan a San Siro).

Il Napoli non riesce a essere compatto e subisce le accelerazioni dell'Arsenal. Il 2-0 è la logica conseguenza del dominio inglese, con Koulibaly che devia il tiro di Torreira ingannando Meret dopo che Fabian Ruiz era andato in confusione nella gestione della sfera. L'ex giocatore della Sampdoria festeggia la rete mostrando una maglietta che è un omaggio a un suo amico recentemente scomparso. Ai partenopei manca equilibrio, convinzione e concentrazione, Fabian Ruiz e i terzini appaiono incerti, Lacazette, Aubameyang e Özil falliscono altre buone occasioni, sui titoli di coda Insigne spara alto l'unico tiro in porta del primo tempo.

Dopo aver regalato i primi 45', il Napoli cresce nella ripresa, giocando per molti minuti alla pari. Più intensità per la squadra di Ancelotti anche perché l'Arsenal non è più arrembante come prima. La truppa azzurra soffre, ma costruisce anche diverse azioni da rete (la più clamorosa fallita da Zielinski sotto porta) partendo soprattutto dalla zona destra del suo attacco. Cech deve compiere un paio di interventi non difficili, molto più impegnato il collega Meret che evita l'imbarcata nei rari ma pungenti spunti dei Gunners.

Il 2-0 lascia aperto il discorso qualificazione, ma servirà la tripla C per 90 minuti.

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