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Il Napoli ha il mal di pancia. Ma De Guzman lo guarisce

Callejon segna, viene sostituito, la prende male e fa volare di tutto. Higuain troppo nervoso, Pinilla pareggia, ma l'olandese segna al 95'

Tra Behrami e Benitez mai un vero feeling
Tra Behrami e Benitez mai un vero feeling

Il piano B studiato da Benitez dopo la cocente «retrocessione» in Europa League maturata a Bilbao stenta a partire. Ma almeno il risultato arriva, grazie al penultimo arrivato in casa Napoli, quel De Guzman buttato nella mischia a Marassi quando il ritmo del match è calato e la squadra azzurra è riuscita a mostrare il suo volto cinico. Un sospiro di sollievo per la piazza partenopea, già in subbuglio per il mercato che ha disatteso le speranze (si aspettavano con ansia top-player). E per molti giocatori con il mal di pancia: ieri Callejon non ha gradito il cambio, guardando male il tecnico e lanciando una bottiglietta in panchina.

La vittoria per il Napoli arriva sui titoli di coda, lasciando però aperte le perplessità su un gruppo ancora non al top e incapace di imporre il proprio gioco. In attesa di un eventuale colpo finale nell'ultimo giorno di trattative - difficile, intanto Dzemaili e Pandev voleranno a Istanbul dal Galatasaray di Prandelli -, il tecnico spagnolo dovrà ora studiarsi qualcosa per far decollare una stagione dalla quale si attende il salto di qualità in Italia. Anche se i tre punti di Marassi sono un buon trampolino di lancio.

Gli azzurri a Genova cercano di gestire il match, ma subiscono a lungo il ritmo vertiginoso del Genoa, riuscendo raramente ad attuare le loro pungenti ripartenze. Contro i rossoblù Don Rafè mette finalmente in campo Inler e Zuniga, chissà se atleticamente messi peggio di Ghoulam e Gargano, due calciatori spesso utilizzati in queste partite di inizio stagione.

Partita per almeno 70 minuti giocata a cento all'ora, intensa e con molti cambiamenti di fronte, anche per merito dell'arbitro Banti che vede bene su molti contrasti e spesso non interrompe le azioni. Il Napoli concede troppo perchè fa troppo possesso palla, il Genoa - colpito a freddo dalla rete al volo di piatto di Callejon (micidiale la ripartenza dei partenopei con Higuain che serve un pallone preciso all'altro ex Real) - si rimbocca le maniche e mette la quinta. Pinilla inizia il suo duello personale con Koulibaly (stravinto) e con il portiere Rafael, che dopo tre miracoli deve capitolare quasi sui titoli di coda del primo tempo sulla zuccata vincente del cileno. Pinilla, reduce da un Mondiale da protagonista (ricordate il tiro finito sulla traversa - che l'attaccante si è tatuato sul braccio - che poteva interrompere il cammino del Brasile ancora prima della disfatta con la Germania?), ha lasciato Cagliari per Genova dove è già entrato nel cuore dei tifosi e la partita d'esordio fa prevedere una stagione ricca di soddisfazione per la punta sudamericana. Matri è avvertito.

Per più di un'ora, occasioni con il contagocce per il Napoli (una con Higuain ancora nervoso per i palloni che la squadra stenta a regalargli, un'altra con Zuniga, che pare tornato ai livelli pre infortunio). Non è un caso che gli sprazzi di luce arrivino nell'ultimo quarto d'ora, quando il ritmo degli avversari inevitabilmente cala e Benitez mette in campo il neoacquisto De Guzman al posto di un Hamsik stranamente opaco all'esordio, a differenza di quanto avvenuto nei tornei precedenti. Sarà la mossa decisiva: il centrocampista garantisce quel movimento in più mancato in precedenza e le occasioni fioccano con Insigne (fermato in uscita da Perin) e due volte con Mertens. Fino all'azione sotto porta di De Guzman che approfitta di una dormita della difesa. Napoli vincente, ma non convincente. Stavolta però ci sono almeno i tre punti.

Genoa bello che esce tra gli applausi del pubblico anche se battuto.

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