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Il Napoli non suona la nona sbattendo sul muro Inter

La capolista si blocca dopo otto vittorie consecutive. Blindata la squadra di Spalletti che gioca alla pari

Il Napoli non suona la nona sbattendo sul muro Inter

nostro inviato a Napoli

Vedere uno 0-0 in una partita nella quale sono in campo Napoli o Inter è merce rara. La truppa di Sarri, abituata a una media di oltre tre gol a gara, non faceva un risultato a occhiali dal settembre 2016 (trasferta a Genova contro i Grifoni) mentre al San Paolo l'ultima volta fu con la Roma il 13 dicembre 2015; i nerazzurri non facevano questo risultato fuori casa addirittura dal dicembre 2014 (a Empoli), con l'ultimo 0-0 a San Siro nell'ottobre 2015 (contro la Juve). E fu un'altra squadra nerazzurra, l'Atalanta, a lasciare a zero la casella marcatori di una gara del Napoli nel febbraio scorso, guarda caso l'ultima battuta d'arresto in campionato.

Il pareggio che ferma la cavalcata del Napoli dopo 13 vittorie di fila (comprese le cinque nella passata stagione) è figlio di una gara giocata con impegno ma spesso sotto ritmo dai partenopei, che pure hanno avuto molto più la palla tra i piedi degli avversari, e di una gara umile e intelligente dell'Inter, che nel finale ha addirittura provato a fare il colpo. Il resto lo hanno fatto le parate decisive di Handanovic, il portiere meno battuto del campionato insieme a Reina: almeno quattro gli interventi dello sloveno che corona l'ottima prova difensiva dei nerazzurri. Spalletti, considerando il momento positivo e il gioco spumeggiante del Napoli, prova a giocarsi la sfida nell'unica maniera possibile: chiudere gli spazi, provare qualche ripartenza e bloccare al meglio le fonti di gioco napoletane. Il pareggio conquistato al San Paolo (in pochi ci riusciranno quest'anno) va letto positivamente e non solo perché la squadra di Sarri resta a due punti di distanza e non ammazza il torneo. Il risultato dà fiducia all'Inter che pur non entusiasmando sul piano del gioco, continua a macinare punti in classifica.

È il Napoli dei titolarissimi con Insigne che va in campo nonostante l'affaticamento al flessore, l'Inter è quella vittoriosa del derby. La gara è molto equilibrata, anche se il pallino del gioco lo tiene quasi sempre la squadra di Sarri.

C'è una squadra, quella di casa, che cerca le geometrie giuste a caccia di varchi in ogni fazzoletto di campo e ce n'è un'altra, quella di Spalletti, che copre tutti gli spazi con movimenti appropriati e grande ordine in difesa. Ne viene fuori un primo tempo senza troppe emozioni nonostante la spinta costante di Hamsik e compagni che sviluppano la solita ragnatela di passaggi. Quando il Napoli riesce ad arrivare dalle parti di Handanovic, il portiere ricorda di essere uno dei punti di forza della sua squadra: miracoloso il doppio intervento in una sola azione su Callejon e Mertens, reattiva la sua respinta su Insigne qualche minuto dopo. I nerazzurri giocano con grande umiltà, attendendo spesso gli avversari lasciando loro il controllo del pallone e provando qualche iniziativa isolata. Avviene a fine primo tempo, quando Reina deve deviare una conclusione ravvicinata di Borja Valero e a inizio ripresa con la progressione di Vecino, arrivato al tiro deviato sulla linea di porta da Albiol.

Jorginho, controllato a vista da Borja Valero, fatica a sviluppare il suo solito gioco e talvolta i passaggi per il tridente dei piccoletti risultano imprecisi. Ottimo il lavoro dei mediani Vecino e Gagliardini che lasciano poche iniziative ai diretti avversari, mentre in difesa l'Inter regge bene con la sua linea a quattro. Così Insigne e Mertens cercano un guizzo o un'invenzione per bucare la solida retroguardia interista, dall'altra parte Icardi non ha palloni giocabili (l'unico tiro è telefonato all'indirizzo di Reina) e resta a lungo fuori dalla partita. L'Inter sale con il baricentro, il Napoli tenta con le ultime energie (che ora cominciano a scarseggiare visto anche l'impegno europeo) di sbloccare il match.

Ma all'ultimo tentativo Mertens viene fermato da super Handanovic.

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