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Il Napoli passeggia sulle rovine della Roma. Svanita la cura Ranieri

I giallorossi senz'anima né idee, ne beccano 4 Pallotta: «Siano uomini, fuori gli attributi»

Il Napoli passeggia sulle rovine della Roma. Svanita la cura Ranieri

Roma C'era una volta la Roma e adesso non c'è più. Del pomeriggio soleggiato e caldo dell'Olimpico resta l'immagine nitida di una prova di forza del Napoli, fatta di gioco e pure di qualche errore di troppo in fase realizzativa, ma la truppa giallorossa è inguardabile come confermano i fischi scroscianti e impietosi del pubblico alla fine del match. La cura Ranieri sembra aver peggiorato una squadra malata, senza fame e carattere, tanto che la gara di ieri è sembrata più da fine stagione che non quella fondamentale per tornare in corsa per un posto Champions. Appena un anno fa l'impresa europea con il Barcellona, oggi il piatto piange e la crisi sembra inarrestabile.

Il colpo di ieri appare quasi letale per le ambizioni giallorosse di poter ripartire a settembre dai blocchi di partenza della Coppa più prestigiosa, ma ad oggi questa Roma deve preoccuparsi anche di non perdere l'Europa di riserva. A Boston è di nuovo allarme rosso dopo l'esonero di Di Francesco e un'annata che fatica a mutare rotta. Tanto che James Pallotta dopo la gara con il Napoli ha tuonato: «Tutti sanno cosa è andato storto quest'anno e per questo abbiamo dovuto cambiare. Ma il tempo delle scuse è finito. La partita con la Spal è inaccettabile, questa è stata anche peggiore. I giocatori devono lottare e mostrare che hanno le palle. Nessuno ha più alibi».

Se il Napoli ha maggiore organizzazione e qualità pur senza il talento di Insigne, la Roma mostra poca voglia e appare confusa anche dal punto di vista tattico. Lo stesso Ranieri non sembra aver ancora trovato la giusta ricetta, ma la domanda che in molti si fanno è la seguente: se la squadra non dà segni di reazione nemmeno con un cambio in panchina, il problema era davvero Di Francesco? «Onestamente stiamo cercando di fare di tutto - così il tecnico giallorosso - Prendiamo gol al primo affondo, pareggiamo non so come, è dura. C'è tutto, aspetti mentali e fisici. È difficile aiutarli e lavorare, ma non ci arrendiamo, questo è poco ma sicuro. Gli altri corrono di più. Se mi sono pentito di aver accettato la Roma? No, come faccio a pentirmi?». Ranieri ci mette però del suo, proponendo un 4-2-3-1 che va subito in difficoltà contro un Napoli che gioca sul velluto. In più perde per un problema intestinale Zaniolo (giocherà solo l'ultima mezz'ora senza incidere, ndr).

Ancelotti batte per la prima volta il collega testaccino e fa il bis all'Olimpico dopo la vittoria con la Lazio all'esordio in campionato. «Mi aspettavo una prestazione così, la squadra l'avevo vista bene in allenamento nonostante le assenze - così l'allenatore del Napoli - Siamo stati un po' leziosi nella prima parte, molto meglio del secondo tempo quando siamo stati più maturi». Il poker che fa il paio con quello ottenuto prima dello sosta con l'Udinese è avviato da Milik (stop di tacco e palla sotto l'incrocio, primo gol alla Roma), proseguito da un Mertens in crescita - 78° gol in A, raggiunto Cavani - ma ora a rischio per la sfida di mercoledì a Empoli, e chiuso dal recuperato Verdi («un investimento importante in sede di mercato, ora raccogliamo i frutti, aumenta il tasso qualitativo della squadra», così Ancelotti) e da Younes. Devastanti i primi dieci minuti della ripresa che mettono a nudo le problematiche della Roma, illusorio il rigore di Perotti sui titoli di coda del primo tempo - come casuale la traversa di Nzonzi nella ripresa - che poteva riaprire la sfida.

In realtà decisa sin dall'inizio.

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