Sport

Il Napoli è senza identità E tra gli imputati c'è Carletto

Cambi di uomini e moduli. E la coppa è già a rischio

Angelo Rossi

Napoli Il giorno dopo zero rimpianti, si va a caccia dei colpevoli. In senso critico, ovviamente. Tutti a dire che il Napoli ha dominato, settanta per cento di possesso palla, è mancato solo l'ultimo passaggio o più semplicemente il gol. Vero, verissimo ma perché? Hamsik di nuovo in panchina, Insigne attaccante e non più trequartista, la girandola degli esperimenti che continua, Ancelotti che non sa più a che modulo appellarsi, e la cosa più grave è che la squadra è spenta, senza ritmo nelle gambe e nella testa. In una parola: confusione.

Per approccio e presunzione, è stata una partita simile a quella della batosta di Genova. Con la differenza che la Stella Rossa non è la Sampdoria ma una modesta formazione che sa fare soltanto muro davanti al proprio portiere: il Napoli ha sprecato il solito primo tempo per capire l'andazzo della serata e il passar dei minuti ha innervosito gli azzurri, oltre che esaltare chi si difendeva. Idee poche e annebbiate, ha colpito particolarmente l'incapacità nel cambiare marcia e nel far salire di tono il match. È da un mese che Ancelotti predica più identità per il suo Napoli ma finora non ne ha trovata una decisa e affidabile, pur passando dal 4-3-3 allo storico 4-4-2 con qualche puntata sul 4-2-3-1.

Se in campionato c'è tempo a sufficienze per trovare la giusta quadra (gli azzurri sono comunque secondi in classifica), in Europa il pareggio di Belgrado pesa come un macigno. Non vincere contro la cenerentola del gruppo, obbliga adesso a conquistare quattro punti contro Liverpool o Psg per far fuori una delle due favorite. Per un club (parole testuali di De Laurentiis) che ha apertamente indicato nel percorso in Champions l'obiettivo principale della stagione, non è un inizio incoraggiante.

Si rischiano figuraccia ed esclusione già a settembre.

Commenti