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Il Napoli si affida a San Siro per ripartire

Fuori casa sempre vincenti (solo un pari col Chievo), al S. Paolo troppe delusioni

Il Napoli si affida a San Siro per ripartire

Napoli - Settimana di emozioni intense e di grandi aspettative. Senza girarci intorno: dopo il ko casalingo (e inatteso) contro la Roma, il Napoli va a giocarsi lo scudetto domani sera a Milano. O almeno, quel che resta di un sogno lungo sette mesi. Giocato malamente il jolly in casa, gli tocca ora tentare l'ennesima impresa fuori dove effettivamente i numeri sono pazzeschi: lontano dalle mura amiche, gli azzurri hanno vinto tutte le gare ad eccezione dello zero a zero con il Chievo. Numeri da scudetto che contrastano con quelli del San Paolo: è qui che la formazione di Sarri perde punti preziosi, penalizzata dagli avversari che fanno difesa e contropiede. In questa stagione, tra campionato e Coppe varie, sono undici le partite non vinte, di queste ben sette a Fuorigrotta.

Ecco perché con la Juventus ormai appaiata, bisogna intonare il solito ritornello in trasferta per continuare a dare un senso al campionato e alla stagione. Lo sanno perfettamente i tifosi, capaci di ovattare una situazione delicata e forti delusioni: l'ambiente si è schierato compatto al fianco di Hamsik e compagni. Un centinaio di ultras ha fatto irruzione ieri pomeriggio a Castel Volturno, al posto delle chiacchiere un lungo striscione sistemato in bella vista sul campo di allenamento che parla da solo: «Fino all'ultima partita, giocatevi la vita».

Una richiesta, una preghiera alla squadra perché loro ci sono sempre stati e continueranno ad esserci: saranno almeno diecimila i napoletani a S. Siro in un Meazza quasi esaurito. Incitamenti continui e particolari per Reina: delicatezza del ruolo a parte, lo spagnolo è finito sotto la lente d'ingrandimento. Non impeccabile nelle ultime gare, chissà fino a che punto distratto dalle voci di mercato che lo danno per sicuro partente, destinazione Milan. Non proprio il massimo della serenità per chi in questi giorni va a giocarsi il tricolore. Il portiere ha lentamente smesso i gradi del leader, silenzioso come mai in passato, meno trascinatore del solito. Panni nei quali comincia a calarsi bene Insigne, l'unico napoletano, e il solo a contrastare la resa, sia pure diplomatica di Sarri: «Ragazzi, non è finita, crediamoci e vinciamole tutte». Parola più parola meno, questo ha detto Lorenzinho per tirare su il morale della truppa. Lo aspettano la sfida con Icardi e la prima di undici finali.

Al resto ha provveduto l'allenatore, che ha rimesso in volo il drone per riprendere all'infinito gli allenamenti della fase difensiva, disastrosa contro la Roma. Oltre ad abbondanti razioni di video per far capire dove e perché si è sbagliato tanto contro i giallorossi.

Fiducia cieca nei titolarissimi, guidati da Hamsik che insegue il gol numero 100 in campionato e da Allan, fresco di nuovo contratto e legatosi a vita agli azzurri: per il brasiliano potrebbero aprirsi le porte della Seleçao.

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