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Il Napoli spaventa il campionato e il Milan resta nella comfort zone

Uno-due in 9 minuti di Insigne e Callejon: rossoneri storditi. Poi Kucka riapre la partita, ma stavolta la rimonta è incompiuta

Il Napoli spaventa il campionato e il Milan resta nella comfort zone

Milano - Il Napoli è ancora padrone di San Siro milanista. Come un anno fa e come succede da molti anni a questa parte. Testimonianza evidente del divario tecnico scavato tra le due squadre. Padrone di San Siro rossonero d'accordo ma grazie a un distacco minimo, rischiando tra l'altro di farsi raggiungere nella ripresa (traversa di Pasalic) dal Milan applicato e generoso ammirato dal suo pubblico. Niente a che vedere con le proporzioni di un torneo fa (allora fu una scoppola tremenda). Successo di misura perché la distanza tra le due squadre non è siderale come pure appare dalla classifica. Collaudato il calcio praticato da Sarri, più geometrico quello di Montella. Ma alla fine è la cifra tecnica a marcare la differenza e a far scattare davanti Mertens e Callejon. Non sempre può riuscire la rimonta, specialità dei rossoneri che stavolta possono solo sfiorare l'ennesimo 2 a 2. Il Napoli è più squadra, il Milan deve attendere qualche rinforzo di qualità per salire i gradini che possono portarlo a contatto con la Champions.

Al pronti via sembra il solito Milan pigro, alle prese con la sindrome da «comfort zone», e invece è esattamente il contrario. Perché non gli fa certo difetto l'intensità e anche l'attenzione giusta. Anzi. È vero che il Napoli nei primi 10 minuti dispone a proprio piacimento dell'ingenuo rivale colpendolo con un paio di spietati contropiedi che fanno a fette la difesa e lo stesso Donnarumma, non certo esemplare sul secondo sigillo di Callejon. Ma è l'effetto di un eccesso di rischio assunto dai milanisti nel tentativo di sorprendere Sarri. Sono infatti le posizioni al limite del rischio, di Abate e Calabria, i due guardiani dell'argine, a procurare i buchi nei quali il Napoli può andare a nozze. Prima con Insigne, azionato da Callejon, e quindi con lo spagnolo messo in moto da Mertens: 0 a 2 in 9 minuti, da stordire anche Tyson. Deve passare quasi mezz'ora perché il Milan si riprenda dall'uno-due e cominci a guadagnare qualche trama di un certo rilievo. Nel palleggio e nel governo della palla la squadra di Sarri è senza rivali conoscendo a memoria posizioni, trame, triangoli che fanno girare la testa ai milanisti. Mertens si divora il colpo del ko, il 3 a 0, qualche minuto prima che Kucka sorprenda Tonelli in difettoso controllo, gli rubi palla sulla tre-quarti e viaggi veloce e deciso verso il punto che riapre i cuori di San Siro alla speranza, resa più consistente dalla traversa di Pasalic in avvio di ripresa (colpo di testa con Reina battuto su cross di Abate).

Da quello spunto prende forma la ripresa, che è poi la frazione prediletta del Milan, con una serie di attacchi organizzati in modo generoso dai ragazzi di Montella e quasi tutti sviluppati sui fianchi della difesa napoletana, nelle zolle di Bonaventura e Suso, la dove Tonelli e Strinic non risultano molto risoluti. Alla ricerca disperata di recuperare il distacco è naturale lasciare qualche varco al Napoli e alla velocità di Callejon e Mertens che s'imbattono nel miglior Donnarumma capace durante il recupero finale di travestirsi da centravanti in area napoletana e deviare di testa una punizione. Prodigiose un paio di uscite del portiere così da tenere in vita fino alla fine la sfida che vive di attacchi e contro-repliche ma viene anche scandita da qualche mezzuccio tipo perdita di tempo, falsi svenimenti che non stanno bene dalla parte del Napoli e di Sarri espressione più alta di un calcio completamente diverso da quello dei mestieranti. Se gioca al calcio il Napoli ha una marcia in più. Lo fa solo per 30 minuti e poi si accontenta di difendere il vantaggio.

Non è proprio una posa da Champions.

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