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Così Pavia diventa la Chinatown del pallone

Nata un'Academy per formare allenatori cinesi. Lo vuole Pechino. Il patron è l'imprenditore Xiadong Zhu

Così Pavia diventa la Chinatown del pallone

La Cina va nel pallone. E sceglie Pavia per imparare tutti i segreti dell'arte pedatoria. Non un caso perché dalla scorsa estate presidente della squadra lombarda è Xiadong Zhu, imprenditore cinese a capo del fondo Pingy Shanghai Investment che da luglio detiene il cento per cento delle quote del club. Il progetto ora entra nel vivo perché si sta concretizzando una delle priorità: la creazione dell'Academy per la formazione di allenatori cinesi per le prime squadre. Mentre in Cina si terranno i corsi per gli istruttori di educazione fisica delle scuole e i tecnici delle formazioni giovanili.

Il Pavia si avvarrà della collaborazione dell'Associazione italiana allenatori (Aiac) e dell'Università che aprirà le porte a corsi specifici. Il tutto definito nel viaggio in Cina durante la settimana di capodanno del dg pavese Massimo Londrosi accompagnato da Renzo Ulivieri, presidente dell'Aiac. Ovviamente a fare gli onori di casa il presidente azzurro Zhu, lungimirante nell'intercettare la voglia di pallone dei cinesi e soprattutto del governo. Infatti, se a Mao piaceva il ping pong, l'attuale presidente Xi Jinping è un grande appassionato di pallone e non ha mai nascosto l'intenzione di voler ospitare un'edizione del Mondiale di calcio e soprattutto di rivedere al più presto la nazionale cinese ai campionati del mondo, solo una presenza alla fase finale. Per riuscirci la Cina sta percorrendo due strade. Da una parte il richiamo di grandi nomi come Lippi e Cannavaro. Dall'altra la creazione di una scuola locale.

E l'Italia è sempre protagonista. Ulivieri, che in Cina c'era già stato nel 2010 inviato dal ministero della Pubblica istruzione, è di nuovo in prima fila: «È la conferma della nostra eccellenza. E diventerà un'occasione di lavoro per i docenti italiani che andranno anche in Cina». È tutto pronto per stessa ammissione del tecnico toscano: «Vogliono davvero fare del calcio uno sport nazionale anche per la sua anima popolare». E poi per migliorare il 96esimo posto nel ranking Fifa: «Visti i numeri hanno grandi potenzialità».

E così un gigante da un miliardo di persone si affida al Pavia per costruire il futuro del suo pallone. Per l'orgoglio del dg Londrosi: «È un progetto unico in Italia, dove finora si era pensato solo ad aprire scuole calcio. Invece qui si formano prima gli istruttori. Un sistema opposto». E subito in sintonia con la mentalità cinese: «Abbiamo proposto un metodo innovativo per loro, suddividendo i programmi per fasce di età dei bambini a cui poi si rivolgeranno gli allenatori. Nel giro di un mese partiranno i primi corsi a Nanchino. Invece in aprile a Pavia arriveranno una trentina tra i più importanti allenatori cinesi».

Tutto merito di Zhu, una sorta di Thohir, perché come il collega dell'Inter viene in Italia periodicamente, una volta al mese circa, segue da casa, in piena notte, le partite della squadra, terza in Lega Pro, in corsa per il salto in serie B. Il beneficio cinese per il club è stato immediato, dopo che l'anno scorso aveva chiuso all'ultimo posto.

E non è finita perché per il 2015 è in programma la quotazione del Pavia alla Borsa di Hong Kong.

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