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È la Nazionale delle 5 sorelle. Ma senza blocco

Le prime della classe non hanno più di tre titolari. Bonucci, Spinazzola e Zaza gli intrusi

È la Nazionale delle 5 sorelle. Ma senza blocco

Nostro inviato a Firenze

C'era una volta la Nazionale dei blocchi. Storico quella della Juve al trionfale mundial spagnolo del 1982: sette i bianconeri titolari nell'Italia di Bearzot che fece piangere Argentina, Brasile e in finale la Germania. Oggi che in serie A si parla straniero (324 i giocatori di altri paesi sui 629 totali delle rose, in pratica un elemento su due), anche le scelte di Ventura diventano obbligate. Niente blocchi di una squadra, ma un mosaico delle formazioni migliori e di calciatori emigrati con alterne fortune (4 quelli che sono ora a Coverciano). «È un momento un po' particolare - sottolinea da qualche tempo il ct dell'Italia - Se il calcio italiano sta crescendo nei club a livello europeo, questo non è necessariamente un'eredità per la Nazionale. Ne abbiamo preso atto, per questo abbiamo iniziato un percorso più ampio di ringiovanimento del gruppo». Che potrà andare a buon fine se lunedì arriverà il lieto fine nel percorso verso i Mondiali.

Oggi le cinque sorelle che viaggiano a velocità supersonica in vetta alla classifica (tutte sopra i 27 punti dopo 12 turni, con le squadre della Capitale con una gara in meno, un record da quando la A è tornata a 20 squadre) danno comunque il loro corposo contributo al ct: sedici dei 27 convocati per il doppio spareggio con la Svezia arrivano da Napoli, Juventus, Inter, Roma e Lazio. Senza contare che anche il Milan, per ora fuori dal gruppone di testa, ha un paio di rappresentanti nel quartier generale fiorentino. Insomma, due terzi della Nazionale che deve portarci in Russia è fatta dalle big (da sole, le prime 5 della graduatoria hanno ottenuto 25 delle 45 vittorie esterne, che diventano 28 con i rossoneri), alle piccole restano solo le briciole come i punti in classifica.

In un'Italia a corto di bomber, ecco spuntare come acqua nel deserto quello della Lazio Immobile - un pupillo di Ventura anche nel Torino - che ha numeri impressionanti (14 gol e 6 assist in 11 gare, senza contare le reti europee o quella decisiva con Israele per il ct). La difesa della Nazionale si affida alle cifre (non floride come in passato per la verità) della BBC juventina, quasi a fine percorso in azzurro, privata di Bonucci ora in rossonero, ma rimpolpata con Rugani, futuro a tinte bianconerazzurre. Il Napoli capolista fornisce in questa tornata a Ventura gli unici due italiani dei titolarissimi di Sarri ma Jorginho e Insigne, per loro caratteristiche tattiche, faticano a trovare spazio in azzurro, l'Inter da tempo tornata italiana arriva a 4 convocati dei quali il solo Candreva ha il posto fisso o quasi. E poi la Roma con il sempreverde De Rossi, il jolly Florenzi (delizia di ogni allenatore) e l'esterno in crescita El Shaarawy, che cerca di scalare posizioni.

Parafrasando la frase di un celebre cult americano, quando l'asticella si alza, sono i calciatori esperti a doverla affrontare. Tanto che gli «intrusi» nell'undici che giocherà venerdì a Stoccolma dovrebbero essere l'atalantino Spinazzola (il giovane emergente su cui Ventura sta puntando di più) e il «valenciano» Zaza, tornato a livelli realizzativi di qualità nella Liga.

A loro le sorti di un'Italia che deve essere all'altezza di club che in A stanno spianando la concorrenza e in Europa iniziano a fare la voce grossa.

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