Sport

Nba, LeBron fa ancora il fenomeno ma Curry è inarrestabile: 3-2 Warriors

In gara5 arriva un'altra tripla doppia di James che tiene in partita i Cavs fino a 5' dalla sirena. Poi si accende l'Mvp, immarcabile dalla lunga distanza. Con 37 punti affossa le speranze di Cleveland e consegna il match ball decisivo a Golden State

Nba, LeBron fa ancora il fenomeno ma Curry è inarrestabile: 3-2 Warriors

Il killer ha gli occhi verdi e la faccia da bambino. Ha mani di fata e velocità supersonica. Il suo nome è Stephen Curry, ha un fisico da persona normale ma un talento da campionissimo. Soprattutto è il miglior tiratore da tre punti della storia del basket. È lui, il miglior giocatore della stagione regolare premiato giustamente con il titolo di Mvp, a segnare nel finale i canestri decisivi per spaccare l'equilibrio dominante nelle Finali Nba e a consegnare ai suoi Warriors il match ball per il titolo (martedì notte, alle 3, dalla Quicken Loans Arena, sempre su SkySport2).

Sono 17 i punti di Curry nell'ultimo quarto (37 in totale), un bombardamento sullo strenuo tentativo di resistenza dei Cleveland Cavaliers. Il finale dice 104-91, ma il risultato è bugiardo che più bugiardo non si potrebbe. Perché fino a 5'10" dalla sirena la solita onnipotenza di LeBron James, con la straordinaria collaborazione dell'operaio specializzato Tristan Thompson, tiene a galla la formazione di coach David Blatt. Poi sui campioni della Eastern Conference si abbatte l'uragano Curry.

I Cavs, dopo la sconfitta in gara4, si adattano alla nuova filosofia di Steve Kerr. Fuori i lunghi e si gioca «smallball», dentro i quintetti piccolissimi. In avvio i numeri 5 sono Thompson da una parte e Draymond Green dall'altra. Seduto il russo Timo Mozgov autore di una prova monstre da 28 punti e 10 rimbalzi. Ma la scelta di Blatt paga dividendi. Perché il canadese è uno straordinario animale da rimbalzo e, nonostante le percentuali pessime, i Cavs restano a contatto. Golden State sembra più sciolta rispetto alle prime due apparizioni casalinghe, ma i gialloblù non riescono mai a prendere il largo. Soprattutto perché LeBron, dopo le cifre «normali» di gara4, torna Re e dominatore assoluto. Ancora una tripla doppia alla fine con 40 punti, 14 rimbalzi e 11 assist. Ma il segreto non è tutto qui, in casa Cleveland, nonostante un Matthew Dellavedova appannato dalle troppe fatiche ravvicinate, si sveglia Jr Smith. Suoi i 12 punti che nella prima metà della gara tengono a galla i bluamaranto. Nella ripresa arrivano invece i 10 punti del gemello ex Knicks Iman Shumpert.

Dall'altra parte Harrison Barnes è ancora in versione pasticcione e Klay Thompson non riesce a trovare il ritmo, a che a causa dei falli. Altra prova solida di Andrè Igoudala, che sfiora la tripla doppia e fa passare degli interminabili minuti finali alla Oracle Arena quando sbaglia nove tiri liberi nel finale. L'uomo a sorpresa è Leandro Barbosa, 13 punti dalla panchina, la sicurezza è il granitico Green da 16 punti, 9 rimbalzi e 6 assist. Poi, nel finale, quando LeBron inizia a segnare anche da tre punti (pazzesca una tripla da fermo, allo scadere dei 24" e da quasi 10 metri), Curry raccoglie la sfida e decide che è ora della lezione di tiro. Quando l'Mvp gioca così è semplicemente immarcabile, come la figlia Riley, tre anni e una lingua lunghissima, davanti ai giornalisti al tavolo della conferenza stampa.

Quando uno ha geni da fuoriclasse, lo show è garantito.

Commenti