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Nba: va a canestro la nostalgia. Ai Lakers Bryant, ai Celtics Bird

La scelta di due giovani omonimi nell'ultimo draft fa sognare i tifosi che ricordano Kobe e il mitico Larry

Nba: va a canestro la nostalgia. Ai Lakers Bryant, ai Celtics Bird

«Nostalgia, nostalgia canaglia, che ti prende proprio quando non vuoi. Ti ritrovi con un cuore di paglia e un incendio che non spegni mai».

No, allora, chiariamo: Al Bano e Romina non sono tornati a cantare insieme, o almeno di recente, ma il testo della loro canzone rispecchia alla perfezione una storia che arriva d'Oltreoceano.

Nella notte più attesa dell'anno per il basket americano, quella del Draft, ossia quando le squadre Nba scelgono e poi presentano i giovani giocatori che l'anno successivo indosseranno una delle trenta maglie Nba, due nomi su tutti gli altri hanno risvegliato i cuori dei più nostalgici.

Di certo non sono stati i nomi di Markelle Fultz, la prima scelta assoluta del Draft, finito a Philadelphia, e nemmeno di Lonzo Ball. Alle loro spalle, molto più in là, al secondo giro, dopo che i migliori talenti cestisti sono già stati chiamati da tempo, come in un vecchio flash passato negli occhi degli appassionati di questo meraviglioso sport, due cognomi su tutti sono ritornati come un déjà-vu: Bryant e Bird. Ossia due dei giocatori più forti di tutti i tempi: Kobe, il Black Mamba, l'ex stella dei Los Angeles Lakers che è cresciuto in Italia, perché il padre Joe allora giocava proprio nel nostro campionato, ha conquistato cinque anelli e si è ritirato appena una stagione fa; poi c'è il mito Larry, leggenda dei Boston Celtics con cui ha vinto tre titoli e che venne, ovviamente in termini cestistici, additato di avere, come dire, frequentazioni divine. «Larry Bird lancia semplicemente la palla in aria, dopodiché ci pensa Dio a spostare il canestro sotto per farla entrare», una frase che meglio identifica quale fosse l'immenso talento del giocatore dell'Indiana.

Nell'ultimo draft, dicevamo, il caso ha voluto che due ragazzini chiamati Thomas Bryant (scelto col n° 42) e Jabari Bird (n° 56, cioè quintultimo), finissero rispettivamente ai Lakers e l'altro ai Celtics. Quando la nostalgia è canaglia...

Una generazione di fenomeni come la precedente? Difficile dirlo, ora, anche perché in termini di talento i due ragazzi omonimi non hanno niente a che vedere con i più famosi Bryant e Bird. Sia nel ruolo, che nelle caratteristiche fisiche e tecniche: Thomas, infatti, è un'ala grande di ruolo a differenza del Black Mamba che è sempre stato etichettato, tra le tante qualità, come shooting guard; guardia tiratrice è invece Jabari, tutt'altra cosa rispetto a Larry Bird, che sì è stato uno dei migliori tiratori della storia ma era capace di alternarsi nei ruoli di ala piccola e grande.

Ma Celtics e Lakers, due nobili decadute, sono le due franchigie che hanno vinto più titoli (17 e 16), ma che negli ultimi tempi faticano a tornare le squadre cannibali di una volta (non vincono un titolo rispettivamente dal 2008 e dal 2010): altri i tempi dei vari Bill Russell, Magic Johnson e appunto Bird e Bryant. Intanto i tifosi delle due squadre provano a sognare. Perché il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi. Ma basta poco per far tornare alla memoria i bei tempi andati.

Anche con un curioso caso di omonimia.

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