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"Nei ricordi di Agnelli, che orgoglio. Questa Juve può far meglio della mia"

Il presidente ha definito «indimenticabile» la partita decisa da lui «Che intesa con Vieri, oggi punterei su Kean. Ma che forza CR7»

"Nei ricordi di Agnelli, che orgoglio. Questa Juve può far meglio della mia"

Andrea Agnelli ha messo Ajax-Juventus 1-2 del 1997 tra le sue «partite di Champions league indimenticabili». Quella Signora in attacco aveva una strana coppia Vieri-Amoruso che stava sbocciando proprio in quei giorni, protagonista nella giornata precedente di campionato del clamoroso 1-6 al Milan. Anche adesso i bianconeri sbarcano ad Amsterdam reduci da un successo, stavolta contornato dalle polemiche.

Amoruso, che notte quella di ventidue anni fa.

«Fu una partita quasi perfetta, lo sarebbe stata se avessimo realizzato qualche altra occasione delle tante create. Per me è come il primo amore che non si scorda mai».

Che effetto le fa sapere che quell'impresa ha un posto speciale nella classifica del presidente Agnelli?

«Riempie di orgoglio anche perché i tifosi bianconeri ricordano ancora quella partita come una delle più belle notti europee della loro squadra».

Realizzata da due giovani attaccanti...

«Con Bobo ci trovavamo bene, l'intesa in campo era naturale».

Lippi schierò voi perché Del Piero e Boksic erano ai box, adesso se Cristiano Ronaldo dovesse partire dalla panchina, lei chi farebbe giocare?

«Sceglierei Kean. Senza subbi. Vive un momento particolare. Appena fa un movimento gli arriva la palla e segna. È come se fosse telecomandato».

Al contrario di Dybala.

«È sottotono. Probabilmente non si sente valorizzato, magari non si sente importante perché è stato escluso in qualche partita importante».

Soffre l'arrivo di Ronaldo?

«È un campione non deve avere questi problemi, ma la forza di confrontarsi con tutti e la qualità per fare la differenza. Allegri fa bene a pretendere di più».

Cristiano Ronaldo cosa significa?

«La consapevolezza di poter lottare per vincere la Champions. Negli anni passati l'impressione era che mancasse sempre qualcosa. Adesso c'è tutto».

Si riparte dall'Amsterdam Arena, ora intitolata a Johann Cruijff. Uno stadio per lei di gioie ma anche dolori.

«Sì perché in quello stadio non solo abbiamo fatto l'impresa contro l'Ajax. Purtroppo un anno dopo abbiamo perso la finale contro il Real Madrid. Fu una brutta partita. Ma quella che mi brucia di più resta la Champions persa contro il Borussia Dortmund. Se la rigiocassimo cento volte, ne vinceremmo novantanove».

Questa Juventus cosa deve temere dell'Ajax?

«La loro spensieratezza. Hanno già fatto un miracolo arrivando fino ai quarti, eliminando addirittura il Real Madrid. Ora hanno tutto da guadagnare, mentre i bianconeri hanno la pressione di essere favoriti, di dover vincere».

E la squadra di Allegri cosa non deve fare?

«Sarà fondamentale l'approccio alla gara. Non sottovalutare l'avversario, anche perché se così fosse a quel punto emergerebbe la differenza dei valori in campo».

Questa squadra può arrivare in fondo come è riuscito alle sue Juventus due volte?

«Sì, però deve cambiare il finale».

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