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Nel nostro pallone overdose di cazzimma

Alle squadre basta la cazzimma per giocare a football come si deve

Nel nostro pallone overdose di cazzimma

Qualcuno deve avere spiegato, nel giro di pochissimi giorni, a Zielinski e Hamsik, Koulibaly e Callejon, che cosa sia mai la cazzimma. Lo deve avere imparato anche Sarri che accontenta il proprio datore di lavoro e mette al tornio le riserve assenti al Bernabeu. Appreso il significato dell'espressione gergale, il Napoli si è riscattato a Verona, tenendo la bocca chiusa, come fanno i bambini mocciosi e gli adulti stupidi.

Basta poco, dunque, basta la cazzimma per giocare a football come si deve. Anche il Pescara ha liquidato l'anti-cazzimma, Oddo, e ha messo in cattedra il più grande esperto del prodotto, Zeman. E, vioilà, zemanlandia torna a essere l'isola che non c'è ma sulla quale approdano naufraghi romantici e soldati giapponesi dell'ultima guerra.

Il calcio è un gioco di parole e di parolacce. A Torino ne sanno qualcosa, Allegri e Bonucci sono gli ultimi portavoce, nel senso vero del termine, loro la cazzimma ce l'hanno dalla nascita e ogni tanto tracima, soprattutto quando c'è di mezzo il pensiero della Champions che già ha combinato brutti scherzi alla Juventus quest'anno, tre sconfitte coincidenti con altrettanti turni di coppa. Saltano i fusibili a calciatori, allenatori e presidenti. Lo striscione offensivo steso, come si usa con il bucato, in curva a Verona, dai tifosi napoletani contro De Laurentiis, conferma che ormai la piazza ha la prevalenza su tutto, non soltanto in politica e nelle rivendicazioni sociali. Anche quelli del Genoa se ne sono andati dallo stadio abruzzese durante la disfatta della squadra, in contemporanea i loro sodali pescaresi hanno disertato la partita protestando con la proprietà. C'è una cazzimma itinerante dovunque, un drone imbecille che diventa l'elemento decisivo, la chiave per spiegare i risultati, le prestazioni dei calciatori, le scelte degli allenatori. Si fa in fretta a passare dalla depressione all'insulto, dal grigiume all'euforia. Così anche a Milano, Barbosa, detto Gabigol, finalmente appare come la Madonna, e dopo essere stato paragonato a un viandante finito per caso alla Pinetina, oggi è definito tale e quale a Ronaldo, quello vero brasiliano. Così si ritiene che i cinesi del Milan abbiano la stessa cazzimma di Silvio Berlusconi.

«La prudenzia non è mai troppo», diceva testualmente Totò, nella parte di Dante Cruciani ne I Soliti Ignoti. Ma, qui da noi, i soliti sono tutti noti, anzi notissimi. Come confermano, ad esempio, le assemblee condominiali per il nuovo stadio di Roma, una cazzimma quotidiana.

Chissà perché, quando si parla di calcio italiano, mi viene sempre in mente Totò.

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