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Nella guerra contro i torti arbitrali Galliani lascia solo Miha: «Non parlo»

«Non parlo». Il silenzio assordante di Adriano Galliani è un altro elemento da valutare dopo l'ennesimo flop del Milan, incapace di piegare persino la resistenza dell'ultima in classifica. Prima di cominciare, il dirigente berlusconiano ha messo in chiaro come devono essere gestiti i rapporti tra club e tecnico («bisogna fare come quando si cambia moglie, chi arriva qui deve adattarsi»), a fine partita invece si è chiuso negli spogliatoi e alle domande dei giornalisti ha risposto con un «non parlo». Questo significa che la polemica non è stata concordata con l'ad rossonero ma in questa circostanza è condivisa nella sostanza. Perciò Mihajlovic è rimasto da solo nella crociata contro gli arbitri e l'evento si può spiegare soltanto in un modo: con un sostegno indiretto alle censure del tecnico nei confronti dei fischietti che però, di solito, non sono argomenti molto graditi al presidente Silvio Berlusconi. Il Milan non può prendersela con un arbitro (scadente ieri Valeri, e non è la prima volta che lascia rimpianti quando incrocia il Milan).

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