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Neymar come Diego. L'ambizione di vincere da uomo simbolo

La sfida di O Ney: far trionfare il Psg in Europa. Come l'argentino con gli scudetti a Napoli

Neymar come Diego. L'ambizione di vincere da uomo simbolo

«Al Barcellona stavo bene ma il cuore mi ha portato a Parigi e la mia decisione non ha nulla a che vedere coi soldi: sono qui per ambizione, perché voglio una sfida più grande». Come sempre accade in questi casi le frasi di Neymar Junior, pagato 222 milioni più altri 150 (netti) di ingaggio, hanno suscitato ironia e indignazione nel popolo pallonaro ancora scioccato dai numeri dell'affare. Ma a parte il passaggio sullo stipendio, inutilmente ipocrita visto che nessuno gioca gratis e che Messi al Barcellona guadagnerà altrettanto, c'è poco da fare gli sprezzanti.

Neymar, come prima di lui Maradona e Ronaldo, ha scelto di lasciare il Barcellona non solo per i quattrini ma anche per riuscire dove la «Pulce» finora ha fallito: prendersi sulle spalle una squadra che non ha ancora raggiunto certi obiettivi - cioè quella Champions da cui cinque mesi fa il Paris Saint-Germain fu buttato fuori proprio grazie alle magie del brasiliano - e vincere da trascinatore. Da uomo simbolo che nel Barça di Messi non sarebbe mai stato. Insomma c'è qualcosa di grande e di molto rispettabile in una scelta che, a 25 anni, segna il passaggio alla fase adulta della sua carriera.

Probabilmente gli sceicchi hanno deciso di comprarlo proprio al fischio finale di quell'umiliante Barcellona-Psg 6-1, trasformando l'incubo che stavano vivendo in un sogno. E anche la loro strategia forse merita più rispetto di quello che sta riscuotendo in queste ore. «Solo con l'acquisto di Neymar il valore del club è aumentato di 500 milioni, da 1 miliardo a 1,5 miliardi - ha spiegato il presidente Al-Khelaifi -, il nostro brand si fonderà col suo». E c'è un dato che esprime bene la potenzialità dell'investimento: in sole 24 ore la vendita della sua nuova maglia ha già fruttato 10 milioni di euro e chissà quanti altri ne torneranno indietro nelle prossime settimane. Una parte serviranno anche ad assicurare il giocatore, operazione non semplicissima viste le cifre che sono in ballo, e che coinvolgerà più di una compagnia.

Neymar vorrebbe debuttare già oggi pomeriggio (alle 17) nella prima di campionato contro l'Amiens - «Sono a disposizione, mi sono allenato bene col Barcellona e sono pronto» - ma i tempi sono strettissimi e molto probabilmente sarà costretto a rimandare a domenica prossima. E nel frattempo, comunque, continua la battaglia tra Barcellona e Psg sulla regolarità del trasferimento.

ll club blaugrana ha annunciato che invierà i documenti alla Uefa per una valutazione su eventuali violazioni del Fair Play Finanziario e la replica di Al Khelaifi non si è fatta attendere: «Il mio team mi assicura che siamo nei parametri, il trasferimento è assolutamente legale. Inoltre specifichiamo che siamo stati noi, e non il giocatore, ad aver pagato la clausola». Ma questo non è l'unico motivo di scontro. Il Barça si rifiuta di riconoscere la commissione di 26 milioni al padre di Neymar per il rinnovo fino al 2021 firmato l'anno scorso, in quanto la «fuga» verso Parigi sarebbe avvenuta in violazione di tali accordi. Il versamento sarebbe dovuto avvenire entro il 31 luglio ed è per questo che Neymar, con una certa faccia tosta, ieri ha detto che lui la decisione di andare via l'ha presa «solo da due giorni».

Insomma l'affare è chiuso ma c'è da scommettere che gli strascichi proseguiranno a lungo.

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