Brasile 2014

Neymar tradisce il Brasile e tifa Argentina: "Per Messi"

Il fuoriclasse tra un pianto e l'altro: "Nella Seleccion ho due compagni del Barça". Poi difende i verdeoro: "Siamo nella storia in negativo, ma ci riprenderemo"

Neymar, condottiere di un Brasile a caccia della "sesta"
Neymar, condottiere di un Brasile a caccia della "sesta"

Un titolo il Brasile potrà comunque festeggiarlo: essere campioni del mondo di pianto. La lacrima facile è forse anche un effetto collaterale dell'irruzione degli psicologi negli spogliatoi (come è avvenuto per la Seleçao), tutti portati a sollecitare la libertà di esprimere senza remore i propri sentimenti.

Le ultime lacrime, dopo quelle dei tifosi carioca, di un paese in lutto, del tecnico Scolari già sulla graticola (su di lui già compare l'ombra di Tite, vincitore del mondiale per club con il Corinthians) e dei calciatori della Seleçao, le ha regalate Neymar, ricordando il suo infortunio. «Sono arrivato a 2 centimetri dalla sedie a rotelle», così l'asso del Barcellona ripensando allo scontro con Zuniga che dice di aver comunque perdonato. E poi altri singhiozzi quando ripensa alla semifinale mancata e al tonfo dei suoi compagni senza di lui: «Era un momento così importante della mia carriera, ed è finito con questa sofferenza... comunque bisogna andare avanti. Dopo la partita ho anche pianto perché i miei compagni non meritavano di uscire in quel modo. Ho sofferto per loro e per le loro famiglie. Vedere una partita in tv è brutto, ma era la mia nazionale, erano i miei compagni e dovevo guardarla. Mi sono sentito male, perché davanti a uno schermo non potevo fare niente».

Neymar guarda il futuro con positività: «Non è che a causa di questa goleada storica debba finire tutto. Oggi faccio parte di una Seleçao che farà la storia in senso negativo, e rimarremo segnati da questo risultato, ma dobbiamo riprenderci e tornare in cima. Non si può sempre distruggere tutto e cacciare tecnico e giocatori. Nella visione che ho io del calcio, questo è sbagliato. Dobbiamo tornare a sorridere, e io per primo. Non cambierò il mio modo di essere, e non perderò il mio sorriso perché non abbiamo vinto questa Coppa».

Un popolo che non si è ancora ripreso dallo shock di Belo Horizonte, dove la Seleçao ha rimediato la più cocente batosta della sua illustre storia sportiva. E stasera in palio c'è il premio di consolazione: la conquista dell'ultimo gradino del podio. Di fronte l'Olanda in una sfida che poteva essere tranquillamente una finale per la Coppa. Anche perché di questo Mondiale non si ricorderà solo la goleada incassata dal Brasile, ma pure la manita inflitta dagli orange alla Spagna nel debutto che ha segnato l'inizio della fine della Roja. Sarà il quinto atto tra le due nazionali al Mondiale, con 2 precedenti ai quarti, l'ultimo a Sudafrica 2010.

L'uscita ai rigori con l'Argentina brucia ancora. E a riaprire la ferita è stato ieri anche un filmato circolato in rete e realizzato da un tifoso orange prima della «lotteria» finale: il difensore Vlaar calcia per primo e si fa ipnotizzare dall'estremo difensore sudamericano Romero, ma quando il portiere argentino si alza per esultare nessuno pare interessarsi più del pallone. La sfera è ancora in aria, cade e prende un rimbalzo strano, rotolando lentamente verso la porta. Ci sarebbe da invocare un gol a posteriori e quindi un eventuale errore tecnico, ma ci pensa un'altra immagine da dietro la porta a togliere ogni dubbio: la palla si era fermata esattamente sulla linea di porta, sottile limbo che corre tra la delusione della sconfitta e la gloria di un successo. In pochissimi si sono accorti di questo episodio: tutti gli argentini esultavano, gli olandesi si disperavano per l'errore, ma il pallone è andato a pochissimi centimetri dal cambiare la sorte di quel penalty e della semifinale.

«Meglio perdere 7-1 che ai rigori», l'amara riflessione di Van Gaal che ai suoi chiederà stasera di battere i verdeoro e di chiudere il Mondiale imbattuti, cosa mai avvenuta per gli Orange nel torneo. Il verdetto del campo ha voluto un'altra finale, al Maracanà ci saranno Germania e Argentina. Con l'Albiceleste che avrà un tifoso in più, inaspettato. «Ci sono due miei compagni del Barcellona, in particolare l'amico Messi che per la sua storia e per ciò che ha fatto finora merita anche il titolo di campione del mondo», così Neymar. Chissà cosa ne pensano in Brasile di questo «tradimento»..

.

Commenti