Sport

Nibali, Liegi da dimenticare Jungels batte l'altra Italia

Fuga decisiva del lussemburghese, con Pozzovivo, Gasparotto e Formolo alle sue spalle. Non Vincenzo

Nibali, Liegi da dimenticare Jungels batte l'altra Italia

La Quick-Step ha in testa un bel film, e alla fine gira un lungometraggio con il volto più adatto a stare sotto i riflettori: Bob Jungels, il Matt Damon del ciclismo mondiale. È un ragazzo di appena 25 anni, alla sua quattordicesima affermazione da quando è professionista, ad aggiudicarsi l'edizione numero 104 della Liegi-Bastogne-Liegi.

Ha in mente un bel film la formazione belga di Patrick Lefevere, che in questa primavera ha vinto a man bassa, e si è portata a casa il Giro delle Fiandre (Terpstra) e la Freccia Vallone (Alaphilippe). Lefevere e il nostro Davide Bramati (diesse), si sono fatti un bel film. Hanno davvero previsto tutto. Sanno dove muoversi, e decidono di muovere i loro uomini nel tratto più duro della Doyenne: sulla côte de la Roche aux Faucons.

Quando parte questo ragazzone lussemburghese, il nostro Vincenzo Nibali non c'è già più. «Giornata no, senza tante storie o scuse. Peccato averla vissuta in una classica come la Liegi, una corsa alla quale tenevamo molto», dice Paolo Slongo, allenatore da sempre del siciliano.

Jungels ha il compito di rompere gli indugi, anche per spaccare la monotonia di una corsa che fino a quel momento è scivolata via a velocità elevata, ma senza regalare grandi emozioni agli appassionati. Corsa ingessata e blindata, che i Quick-Step decidono di spaccare con un ragazzo di assoluto talento, che sa tenere il ritmo e soprattutto ha il talento per sostenere il ruolo.

Jungels va, e Valverde e compagnia stanno a guardare. Anche Alaphilippe, compagno di squadra, uno dei grandi favoriti della vigilia è costretto a temporeggiare: i patti sono chiari: «Tu fai il tuo gioco, se ti riprendono parto io». Questo è un film che si fa il francese, perché il lussemburghese non lo vedono più, se non sul podio.

Il suo Paese torna così sul trono della Liegi dopo il successo di Andy Schleck nel 2009. Jungels è il terzo lussemburghese della storia a vincere la classica, e nonostante la giovane età, ha già un palmares di assoluto peso. Al Giro d'Italia nelle ultime due edizioni ha vinto la maglia bianca di miglior giovane, concludendo 6° nel 2016 e 8° nel 2017. Il ragazzo ha anche vinto una tappa (a Bergamo nel 2017) e ha già indossato la maglia rosa.

Alle spalle del lussemburghese volante, il canadese Woods e il francese Bardet, che completano il podio a 37'' dal vincitore. Non c'è Nibali (deluso, ha chiuso 32° a tre minuti), ma c'è tanta Italia: Pozzovivo è quinto dietro Alaphilippe, davanti a Gasparotto e al talentino Formolo. Nei quindici finisce anche Tom Dumoulin, alla prima corsa dopo un lungo ritiro in quota: se son rose, per lui potrebbero nuovamente fiorire al Giro.

Con la Liegi si chiude ufficialmente la primavera delle classiche monumento. La Milano-Sanremo è andata a Vincenzo Nibali, il Giro delle Fiandre a Niki Terpstra, la Parigi-Roubaix a Peter Sagan e a questo punto siamo già in clima Giro d'Italia edizione numero 101.

Ormai non manca molto, questione di giorni: partenza venerdì 4 maggio da Gerusalemme.

Commenti