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Noleggio e non acquisto Le nuove tendenze dei guidatori italiani

Come sta evolvendo il concetto di mobilità Piace la condivisione. I casi Milano e Roma

Luca Talotta

Prima o poi viaggeremo tutti in car sharing. Forse già tra cinque, dieci anni. O forse servirà più tempo, ma la strada ormai è tracciata: addio al possesso dell'automobile anche per i privati, sì al noleggio. È questo il dato sicuramente più interessante tra quelli emersi durante la presentazione del 17° Rapporto Aniasa, l'Associazione che all'interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità.

Ad avallare questa tesi sono i numeri: in Italia viaggiano quasi un milione di veicoli «condivisi» e ogni giorno, per affari, turismo o altro, sono bene 790mila le persone che utilizzano i servizi del noleggio a lungo termine, 94mila quelli del noleggio a breve termine e oltre 19mila il car sharing. E il grido d'allarme è lanciato: «Il Governo è chiamato ad adeguare un quadro normativo ormai inadeguato alle mutate condizioni di mercato, con positive ricadute per lo sviluppo economico e turistico del nostro Paese».

Ma, si sa, a dar ragione o torto a una qualsiasi attività di business è sempre il dio denaro e, anche qui, i dati sono ottimi: nel 2017 il settore del noleggio ha registrato un fatturato in aumento del 7,7%, superando con facilità i 6 miliardi. Un trend confermato anche dai dati relativi al primo trimestre del 2018, che anzi offre un quadro ancora più prepotente di tale ascesa: +16% del giro d'affari, flotta da 936mila unità e immatricolazioni balzate da 154mila a 172mila unità. Per un settore arrivato al 27,5% dell'intero mercato nazionale: oltre un'auto su quattro è immatricolata a noleggio: «Stiamo vivendo un cambiamento epocale guidato da tre elementi chiave: condivisione, connettività e sostenibilità - le parole del presidente di Aniasa, Massimiliano Archiapatti -; il Governo può accelerare il progresso in atto, rimettendo in agenda la revisione del Codice della Strada, ancorato a una mobilità anni '80 che, non contemplando la sharing mobility, rischia di frenarne la diffusione. È fondamentale un cambio di marcia».

Ma a cosa è dovuto il boom del noleggio a lungo termine ai privati, che di fatto sta sempre più spingendo questi ultimi a rinunciare all'acquisto dell'auto? I motivi sono diversi e vengono analizzati nella ricerca «Noleggio a lungo termine ai privati - La nuova frontiera dell'auto», condotta sempre da Aniasa; i 30mila contratti stipulati finora dagli italiani evidenziano che questi ultimi sono stati spinti a tale scelta anche a causa dell'aumento dei costi di gestione dell'auto, della minore disponibilità economica e dell'affermarsi, in senso lato, del concetto di sharing economy in diversi campi. L'auto, inoltre, è ormai diventata per molti mero strumento funzionale alla mobilità, e i privati hanno cominciato a rinunciarvi, avvicinandosi gradualmente alle nuove forme di condivisione, dal car sharing al noleggio a lungo termine, sulla base di tre assunti: l'utilizzo prevale sul possesso, il costo sulla personalizzazione e la certezza sul rischio.

Ma la strada appare ancora lunga: solo il 28% degli intervistati dichiara di sapere con esattezza cosa sia il noleggio a lungo termine; e solo Milano e Roma si confermano le città in cui l'auto condivisa è diffusa in modo capillare, seguite da Torino e Firenze, ma con numeri molto più esigui.

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