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«Non basta il compitino per riuscire a vincere»

Milanello Volete sapere perché il Milan conserva la brutta abitudine di farsi mettere sotto nel primo tempo (appena 3 gol realizzati) per poi rimontare nella ripresa (e qui diventano addirittura 22)? È tutta colpa della «comfort zone». Di cosa si tratta? È una teoria elaborata dagli psicologici per spiegare e raccontare meglio coloro i quali sono abituati «a fare solo il compitino». È il difetto che il Milan di oggi si trascina dietro per via dei risultati deludenti del Milan di ieri. «Per uscire da questo recinto bisogna avere il coraggio di rischiare» è l'invito rivolto da Montella ai suoi prima di incrociare il Napoli che è un rivale molto più attrezzato senza dimenticare che, com'è successo anche dalla Juve in giù, «per costruire la mentalità vincente di una squadra ci vuole qualche anno» e invece Montella è arrivato a Milanello da appena 6 mesi. Ma Vincenzo, è convinto che «il bicchiere sia mezzo pieno» ma nel frattempo è pronto a chiedere ai suoi «di stupirmi ancora con una grande partita e un grande approccio» uscendo subito da quella maledetta «comfort zone». Perso De Sciglio (infortunio al tallone), ha recuperato Antonelli, ritrovato Niang per la panchina riservandogli un trattamento comprensivo («è un ragazzo molto sensibile, deve capire di non avere fretta nel cancellare qualche prestazione negativa») e deciso di affidare a Sosa il compito di centrale di centrocampo e a Gustavo Gomez quello di sostituto di Romagnoli, il tecnico non può che puntare sul solito trio Suso-Bacca-Bonaventura. «Giocano troppo? Guardate Messi-Neymar e Suarez, disputano anche le amichevoli!».

Intanto è fatta per il prestito di Deulofeu. FOrd

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