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Non è una Juve ladrona La colpa è degli arbitri

In attesa dell'Inter, un revival da Moggi-day. Catania beffato, Signora con aiutini e tanta fatica. Il presidente Pulvirenti furioso: "I panchinari hanno fatto cambiare idea. L'arbitro si è scusato, ma..."

Non è una Juve ladrona La colpa è degli arbitri

Ci mancava anche questa. Il pallone si diverta pure ma non esageri. Questa è la settimana di Juve-Inter e cosa ti combina? Manda in onda una delle figuracce più plateali che campionato ricordi: il Catania segna un gol regolare con Bergessio che vien assegnato, poi annullato dopo un consulto di 40 secondi tra i fischianti (dire fischietti è già più nobilitante). È una scena da tramandare alle teche: il guardalinee parte per la convalida, poi si ferma, alcuni giocatori juventini della panchina fanno gruppo e gazzarra, secondo italiche modalità, e lo convincono a ripensarci. L'arbitro resta a mezza via, cerca consulenza, la trova in Rizzoli che fa l'arbitro di porta e in questo ruolo sta pescando topiche colossali. Anche stavolta. Vede un tocco di Lodi sul tiro di Spolli che va a servire Bergessio. Arbitro e guardalinee (si chiama Maggiani e per un po' sarà messo a riposo) pensano che il secondo tocco mandi in fuorigioco l'attaccante che, invece, è sempre in gioco. Rete annullata. Poco più tardi Vidal realizza a sua volta: azione partita da un fuorigioco di Bendtner, ma gol convalidato. Intendiamoci, parliamo sempre di attimi e di centimetri, comprensibile sbagliare ma qui la figuraccia è doppia e collettiva. Ci vorrebbe una bella messa riposo di qualche mese per i sei sbadati sul campo. Gervasoni poi ci ha preso poco anche nelle ammonizioni, facendo venire qualche dubbio circa la tranquillità decisionale.

Ancora una volta c'è di mezzo la Juve, ancora una volta la Signora è uscita da uno stadio al grido di «Ladri! Ladri!», ancora una volta le decisioni sono girate a suo favore. Il destino forse un po' cinico vorrebbe infilare il coltello nelle piaghe. Basta ripartire dal gol «non fantasma» di Muntari per fare innervosire gli juventini. Ma quello di ieri pareva un «Moggi day»: sì, la svalutazione di tutti i teoremi contro il grande inquinatore. O la rivalutazione della presunta (da lui) innocenza. Da due anni la Juve vince, anche con merito, ma finisce sempre in tormentoni che ci riportano ad errori arbitrali. Stavolta quel grido «ladri! ladri!» è stato urticante. Meglio prendersela con chi ci deruba del piacere di un risultato vero, credibile, senza fasullaggini. Qui non ci sono ladri. Solo atti d'incapacità, la documentazione che i nostri arbitri sono combina guai, magari fuori forma se non mediocri e figli di una sudditanza alle grandi squadre.

La Juve ha vinto per un gol non regolare ma ha tirato in porta una ventina di volte. Quella rete annullata agli avversari ha danneggiato anche il ricordo e la valutazione della prestazione. Il Catania ha trovato il gol nel momento in cui stava mettendo in difficoltà gli avversari. Poteva uscirne una partita diversa, ne è uscita una commedia. Il prima e il dopo hanno detto che la Juve continua a faticare ma infila vittorie su vittorie, ora sono 8 in campionato (e 48 i risultati utili consecutivi). Il Catania è squadra che sa trovare il modo di farti soffrire. Andujar è stato un paratutto, la Juve ha provato a innescare Bendtner: il danesone è un po' allergico al gol ma ha regalato forza penetrativa e peso specifico in area. A dimostrare che con i Giovinco non si va molto lontano: ieri la pulce è entrata, si è autocelebrato con due guizzi e ghiribizzi ma è stato fumo. Alla Juve ora serve molto arrosto: mercoledì il Bologna, sabato la sfida con l'Inter che potrebbe spiegare a tutti se vi sia almeno una squadra in grado di metterla in difficoltà nella corsa allo scudetto.

Poi ci sarà da rimettere in piedi la corsa Champions, non certo una passeggiata. La squadra di Conte sta soffrendo da diverse partite, anche se ne esce sempre con qualcosa in saccoccia: è il suo segno distintivo.

Molto più credibile di qualunque aiutino arbitrale.

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