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Non solo Mihajlovic Anche Galliani finisce nella bufera

Berlusconi su Facebook: "Domenica che sofferenza" E Salvini ad Arcore: "L'ad non ne azzecca più una"

Non solo Mihajlovic Anche Galliani finisce nella bufera

Venti di guerra intestina hanno preso a soffiare dalle parti di Milanello. Anche in assenza di vere e proprie dichiarazioni di ostilità che in questo caso bisognerà leggere in controluce nella ricostruzione della disastrosa prova del Milan. Il primo segnale è arrivato da Arcore e dalla conferma della cena avvenuta tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini domenica sera. «Abbiamo sofferto entrambi per la sconfitta del nostro Milan» il passaggio calcistico del presidente. Che per amor di patria si è fermato a segnalare il proprio stato d'animo. L'ospite, Salvini, invece ha fornito qualche dettaglio in più della tristissima serata. «Considerato lo stato di frustrazione al quarto gol del Napoli abbiamo chiuso il nostro incontro», il primo. «Berlusconi era arrabbiato più di me visti i soldi che ha speso in estate», il secondo. «Il presidente è rimasto silenzioso perchè dopo le mazzate che abbiamo preso non c'era da imprecare, c'era da deprimersi», il terzo e ultimo. Prima della stoccata rifilata ad Adriano Galliani: «A me piace Mihajlovic, lì è Galliani che non ne azzecca più una». Ecco allora, dietro la sagoma di Mihajlovic, l'altra figura finita al centro del mirino in questa settimana che ha rimesso in discussione tutto, la scelta (chi lo ha suggerito) del tecnico serbo, il mercato realizzato da Galliani, persino il ventilato ritorno di Ariedo Braida come ds ha provocato polemiche, tanto da suggerire una pubblica rettifica («se prendo un caffè con Ariedo amico da 40 anni e attualmente dirigente del Barcellona non significa che torna in rossonero» la frase riferita dal canale tv rossonero).

Il secondo grande accusato, l'ad storico del Milan, è rimasto chiuso nel suo silenzio anche ieri. Forse perchè anche lui ha fatto i conti, domenica notte, con l'intemerata di Berlusconi e ha scelto di lasciar parlare le cronache delle nazionali. Dagli elenchi di milanisti convocati in giro per il mondo, può facilmente risultare la seguente realtà: e cioè a parte Diego Lopez, Bonaventura e Luiz Adriano ignorati dai rispettivi ct, tutti gli altri componenti della rosa sono stati tutti convocati, più Gabriel (in prestito al Napoli), Calabria e Romagnoli nelle nazionali under 21. L'interrogativo retorico è il seguente: se sono arrivati tanti “brocchi“, come mai fanno parte tutti del giro delle nazionali? Una risposta parziale è in quella denuncia resa da Mihajlovic la notte del “fracasso“, cioè il gruppo è «emotivamente molto fragile». E c'è un dato che ne è plastica conferma: in estate, durante il precampionato, senza la pressione delle sfide che contano, il rendimento è stato medio-alto, appena è cominciato il campionato son venuti fuori i limiti di personalità.

Oggi Mihajlovic tornerà al lavoro più per riflettere su tutto ciò che non ha funzionato piuttosto che per la ripresa degli allenamenti. In questo periodo c'è solo da recuperare Mario Balotelli alla completa efficienza fisica: sabato prossimo, a Torino, sarà indispensabile perchè Bacca tornerà giovedì dalla Colombia. É evidente che la posizione del serbo non è più così solida come prima di cominciare. E tra l'altro nelle prossime 5 sfide, il Milan dovrà affrontare rivali che sono tutti davanti in classifica, dal Toro appunto fino al Chievo. Se non fosse capace di risolvere i problemi fin qui denunciati dal gruppo, potrebbe andare incontro a un ottobre nerissimo. Infine, per non farsi mancare niente, dopo la sparata di Honda (si è anche lamentato delle esclusioni recenti) la società ha fatto sapere in via informale di essere stupita per la sortita del giapponese. Gli chiederà conto al suo ritorno dalla nazionale.

E, come se non bstasse, è intervenuto nel dibattito sulle miserie milaniste il capo degli ultrà per ripetere la filastrocca contro Galliani, il no al ritorno di Braida e la richiesta di «ripensare allo stadio di proprietà».

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