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Non solo il Siviglia La Juve deve battere ossessione e pressione

Buffon: «La Champions è un dolce sogno ma attenti: le bastonate sono dietro l'angolo»

Non solo il Siviglia La Juve deve battere ossessione e pressione

Ossessione e pressione. Due avversari in più sulla strada che porta alla finale di Cardiff per la Juventus che esordisce questa sera in Champions League. Si riparte da ventuno anni fa, come da cinguettio di ieri del twitter bianconero perché il 13 settembre del 1995 iniziava il cammino che avrebbe portato al trionfo di Roma, l'ultima volta della coppa alzata. Questo rende l'idea dell'attesa. Gianluigi Buffon la para così: «È un sogno di tutti, non solo mio, e non un'ossessione». Ma mai come in questo caso la differenza è sottile. Proprio il capitano guida la truppa bianconera di quelli che non l'hanno mai vinta. Solo in quattro ce l'hanno fatta: Dani Alves, Evra, Khedira e Mandzukic. Non a caso arrivati nelle ultime due stagioni per aiutare nell'assalto definitivo alla Champions.

La finale del 2015 persa contro il Barcellona («arrivarci per me non è stata una sorpresa», rivela Allegri), ma ancora di più l'ottavo della scorsa stagione con il Bayern Monaco, l'impresa sfumata all'ultimo minuto, hanno dato la consapevolezza che ormai la distanza dalle grandi è pressoché colmata. E quindi ecco i cento euro per mangiare nel ristorante della Champions, parafrasando Conte. Ma la campagna acquisti da urlo non deve ingannare perché tra i colpi solo Dani Alves l'ha alzata (tre volte).

Il brasiliano sa meglio di tutti come si fa. Sicuramente più di Gonzalo Higuain, lui non l'ha mai vinta («in attacco l'unico è Mandzukic», il segnale di Allegri). Quindi la Signora e il Pipita provano a sfatare insieme quell'ossessione che li unisce più dei 90 milioni pagati al Napoli e dei 7,5 milioni di ingaggio. La contraddizione è che proprio lo sbarco del Pipita ha alzato l'asticella della pressione Champions. Lui insieme a Pjanic, oltre al già citato Dani Alves (più Benatia, Pjaca e Cuadrado) sono arrivati per consentire ad Allegri di finire il processo di europeizzazione del gioco.

Così la Signora si è seduta al tavolo delle favorite. Un cammino iniziato nel 2010 con la presidenza di Andrea Agnelli: in sette mercati messi sul piatto 618 milioni (dati Cies), incassati 415, per un saldo negativo di 203: cifre ad altezza Real Madrid e Bayern, un gradino sotto il Barcellona, distanti solo da City (un miliardo) e Psg (800 milioni). Ma gli sceicchi insegnano: spendere non significa vincere.

Dunque meglio concentrarsi sul Siviglia. Non è più quello di Unai Emery, delle tre Europa League di fila, l'ultima la scorsa stagione retrocedendo dal girone Champions pur con la vittoria sulla Juve. Il gol dell'ex Llorente condannò i bianconeri al secondo posto nel girone, che significò sorteggio avverso, che disse Bayern... Adesso al Siviglia c'è Sampaoli, squadra da prendere con le molle che subisce tanti gol. «Ho un solo dubbio a centrocampo», dice Allegri per quella che è la sfida degli incroci: Buffon e uno dei suoi vice in azzurro Sirigu, Dani Alves grande ex, Dybala e l'amico Vazquez, il tango tra Higuain e Vietto in attacco. Mancherà Nasri, bianconero mancato in passato. Buffon non vuole peccare di «spavalderia dicendo che siamo migliorati con gli sforzi della società. Ma mi sono scocciato di essere così modesto: se è andata così in passato è perché ce lo siamo meritati. Attenzione che la bastonata è dietro l'angolo». Invece Vazquez dice «non firmo per il pari». Allegri avvisa: «Partita difficile, per vincere ci vorrà umiltà. Diamo un segnale forte». Insomma partire bene e la Juve non ha mai perso la gara d'esordio del girone.

Per Mourinho la Champions più bella vinta è stata con l'Inter perché era una situazione da «ora o mai più». Per molti bianconeri è così o quasi. Allegri fa il pompiere: «Serve equilibrio non facciamoci trascinare dall'euforia all'esterno. L'obiettivo è il sesto scudetto per la leggenda. In Coppa dobbiamo passare il girone». Cioè incassare dalla banca europea un bel gruzzolo di vitale importanza. «Poi ce la giochiamo: abbiamo tante chance come negli ultimi due anni».

Ma stavolta la Juve ha fatto all-in.

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